Detrazione Superbonus fino a 15 anni, a chi conviene?

Il Superbonus continua ad essere argomento di discussione, ora arriva la proposta bipartisan per estendere le detrazioni a 10 o 15 anni, ma cosa cambia?

La proposta arriva nell’ambito della conversione del decreto Superbonus e sta già facendo discutere, ma cosa potrebbe cambiare nella detrazione Superbonus?

Detrazione Superbonus in 10 o 15 anni?

Il Superbonus non ha mai incontrato il favore del governo Meloni, il problema principale sono i conti pubblici che hanno pesantemente risentito di questo importante aiuto. Venuti meno la cessione del credito e lo sconto in fattura che praticamente consentivano di ristrutturare casa senza anticipare le spese, si è tornati alle detrazioni fiscali, ma le stesse possono essere fruite in soli 4 anni. Questo implica:

1) rata più alta;

2) perdita economica per chi non ha capienza fiscale e quindi con l’Irpef dovuta in 4 anni non riesce a coprire le effettive detrazioni a cui avrebbe diritto.

Ecco che arriva quindi la soluzione che potrebbe aiutare le casse dello Stato (che potrebbero dilazionare la restituzione delle spese) e i contribuenti meno “ricchi” cioè la possibilità di fruire della detrazione per un arco temporale più lungo, 10 o 15 anni.

Cosa prevedono gli emendamenti per la detrazione Superbonus?

Gli emendamenti proposti da diverse parti e diversificati. Li riassumiamo in breve:

  • detrazione in 10 anni per le spese sostenute nel 2023 ma in questo caso la ripartizione in 10 rate è su opzione del contribuente, di conseguenza chi ha abbastanza capienza fiscale e non perde agevolazioni con la detrazione breve può continuare a usufruirne.
  • In altri emendamenti la stessa misura è ripartita in 15 anni;
  • ripartizione in 10 anni per le spese sostenute a partire dal 2022 e per le comunicazioni inviate fino al 4 aprile 2024.

Ulteriori emendamenti sono stati presentati al fine di estendere la deroga al divieto di cessione del credito e sconto in fattura per la ristrutturazione di immobili danneggiati dagli eventi sismici verificatisi dal primo aprile 2009 “per i quali sia stato dichiarato lo stato d’emergenza” e agli immobili danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi dal 15 settembre 2022 per i quali è stato dichiarato lo stato d’emergenza dal consiglio dei ministri del 16 settembre 2022 e del 19 ottobre 2022 situati nelle Marche

Un emendamento chiede di includere gli eventi sismici verificatisi a Ischia nel 2017.

Naturalmente si tratta di proposte e di conseguenza ancora non è chiaro quali saranno accettate, infatti estendere la durata del periodo in cui usufruire delle detrazioni può aumentare il debito a carico dello Stato visto che tutela chi non ha capienza fiscale e che rischierebbe di perdere le somme.

Tra le proposte vi sono anche maggiori poteri di vigilanza ai Comuni in modo da prevenire le truffe.

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Bonus zanzariere 2024, limiti, importi e regole

Anche per il 2024 è possibile avere il bonus zanzariere 2024 e risparmiare fino al 50% delle spese, affinché si possa ottenere la detrazione occorre rispettare alcuni criteri, in particolare, è necessario che le zanzariere siano inserite all’interno di un lavoro di efficientamento energetico, ad esempio, in caso di applicazione di schermature solari. Vediamo nel dettaglio come avere il bonus zanzariere al 50%.

Come ottenere fino a 30.000 euro con il bonus zanzariere

Il bonus zanzariere 2024 offre la possibilità di ottenere il 50% di rimborso della spesa sostenuta fino a un massimo di spesa di 60.000 euro. Il rimborso si ottiene sotto forma di detrazione Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) o di Ires, Imposta sul reddito delle società.

Non si può ottenere il bonus su zanzariere semplici, occorre prediligere modelli che abbiano una schermatura solare. In questo caso si ottiene il doppio vantaggio, infatti, la schermatura solare consente di regolare la luce, ma anche di evitare il surriscaldamento in estate, consente quindi di ottenere un risparmio energetico e allo stesso tempo di denaro. Naturalmente prediligere una schermatura solare consente anche di avere un maggiore comfort abitativo.

Caratteristiche delle zanzariere per avere il bonus 2024

Le zanzariere devono avere ulteriori caratteristiche tassative:

  • devono essere fissate in modo stabile (cioè non devono essere smontabili);
  • devono essere regolabili, cioè devono essere alzate e abbassate in modo da regolare la luce e la protezione;
  • devono proteggere una superficie vetrata (come una finestra o una portafinestra);
  • devono avere il marchio CE.

Particolare attenzione deve essere posta al valore Gtot, si tratta del valore di riferimento che determina la capacità della zanzariera di schermare la luce del sole in combinazione con il vetro, deve essere uguale o inferiore a 0,35. Tale valore deve essere certificato da un organismo autorizzato.

Il limite di 60.000 euro è, infine, riferito al costo di acquisto dei prodotti, installazione degli stessi, rimozione di precedenti zanzariere già installate, eventuali opere accessorie e il valore Gtot – ossia il parametro con cui si determinata la capacità della zanzariera di schermare la luce del sole in combinazione con il vetro – deve essere uguale o inferiore a 0,35. Tale valore deve essere certificato da un organismo autorizzato.

Per ottenere la detrazione al termine dei lavori ed entro 90 giorni dal collaudo deve essere effettuata la comunicazione all’Enea.

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Rimozione amianto, bonus fino a 48.000 euro per la bonifica

I dati sull’amianto in Italia sono allarmanti, una vera e propria minaccia per la salute pubblica visto che in molti casi capannoni ricoperti in amianto sono stati circondati da abitazioni realizzate successivamente a causa della continua cementificazione di aree prima extraurbane. Ciò che però molti non sanno è che per la rimozione dell’amianto è possibile ottenere agevolazioni fiscali fino a 48.000 euro. A dare delucidazioni in merito è l’Agenzia delle Entrate. Ecco perché e come fare.

Fino a 48.000 euro per rimuovere l’amianto

La produzione e installazione di amianto in Italia è vietata dal 1992, la ratio di tale divieto è nelle pericolosità di questo materiale perché quando si rovina (processo naturale con il tempo) tende a sgretolarsi e rilasciare fibre che, se inalate, entrano in profondità negli alveoli polmonari e possono provocare asbestosi, il mesotelioma ed il tumore dei polmoni fino a procurare la morte.

Purtroppo il basso costo del prodotto e i gli altri suoi “vantaggi” hanno portato a un largo uso di questo materiale per la realizzazione di fabbricati industriali, treni, ma spesso è utilizzato anche in abitazioni civili. Una volta vietato il materiale è iniziata la bonifica che però appare difficoltosa per i costi di rimozione e smaltimento. Per cui di fatto fino a quando l’amianto non si sgretola non vi è un obbligo di rimozione, ma ovviamente le paure sono molte. Ciò che molti però non sanno è che si possono ottenere fino a 48.000 euro per lo smaltimento e a sottolinearlo è l’Agenzia delle Entrate.

Un contribuente ha infatti posto un quesito all’Agenzia: Vorrei sapere se sono detraibili le spese per la rimozione e sostituzione di eternit da un’unità facente parte dell’abitazione principale appena acquistata.

Agenzia delle Entrate, ecco come ottenere 48.000 euro per rimuovere l’amianto

L’Agenzia delle Entrate nella risposta fornita su FiscoOggi sottolinea che si può ottenere la detrazione delle spese al 50% per una spesa massima di 96.000 euro per la rimozione dell’amianto. Si tratta del bonus ristrutturazioni dall’articolo 16 bis, comma 1, lett.l del Tuir.

L’Agenzia sottolinea inoltre che l’intervento di rimozione dell’amianto può beneficiare delle detrazioni fiscali a prescindere dalla realizzazione di un intervento di recupero del patrimonio edilizio, in poche parole non è necessario abbinare questo lavoro ad altri, ad esempio rifacimento intonaco, rimozione della pavimentazione o altri. Inoltre specifica che “è possibile portare in detrazione anche soltanto le spese sostenute per il trasporto dell’amianto in discarica da parte di aziende specializzate.

Questo implica che se anche le spese fossero particolarmente alte, sarebbe abbastanza facile provvedere a esse e ottenere il massimo della detrazione fiscale.

Ricordiamo che a partire da febbraio 2023 non è possibile fruire di cessione del credito e sconto in fattura e quindi si potrà avere semplicemente al detrazione dalle imposte sul reddito.

In base agli ultimi dati rilevati in Italia c’è una vera emergenza amianto. Ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali in amianto e contenente amianto, in un milione di siti e micrositi, e ancora non meno di 50mila siti industriali, 42 siti di interesse nazionale tra i quali 10 sono solo di amianto (come la Fibronit di Broni e di Bari; l’Eternit di Casale Monferrato, etc.). Infine, sono segnalate 2.500 scuole.

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Compenso servizio civile universale è tassato?

Il servizio civile è un’opportunità per molti giovani per fare la prima esperienza nel mondo del lavoro/sociale e per guadagnare un po’ di denaro, ma gli importi sono soggetti a tassazione? A porre il quesito all’Agenzia delle Entrate è un contribuente. Ecco come sono tassati gli importi percepiti per lo svolgimento del servizio civile universale e se permettono di ottenere le detrazioni fiscali per figli a carico.

Detrazioni fiscali per il figlio che svolge il servizio civile

Un contribuente ha posto questo quesito all’Agenzia delle Entrate, in particolare chiede se è possibile richiedere le detrazioni per il figlio che svolge il servizio civile.

L’Agenzia delle Entrate attraverso la rubrica FiscoOggi sottolinea che con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 40/2017, che ha istituito il “Servizio civile universale”, gli assegni attribuiti agli operatori per tale servizio rientrano tra i redditi esenti da imposizioni tributarie e non sono imponibili ai fini previdenziali.

Ne consegue che i compensi erogati in favore di coloro che prestano il servizio civile universale non rilevano più nel calcolo del limite massimo di reddito complessivo, previsto dall’articolo 12 del Tuir, per essere considerati familiari a carico.

Visto che tali importi non rientrano nel calcolo per considerare fiscalmente non più a carico il figlio, il genitore può continuare a far valere in dichiarazione dei redditi le detrazioni per le spese sostenute in favore del figlio, ad esempio le spese sanitarie, spese di trasporto spese per affitto per gli studenti universitari.

Naturalmente se il giovane percepisce altri redditi questi devono essere assoggettati alla relativa disciplina. Si ricorda che un soggetto è considerato fiscalmente a carico:

  • reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.
  • Figli di età inferiore a 24 anni sono considerati fiscalmente a carico con un reddito complessivo uguale o inferiore a 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili.

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Detrazione affitto 2024 senza il cambio di residenza: come ottenerla

Bonus mobili 2024, come cambia l’agevolazione fiscale?

Il bonus mobili 2024 riserva brutte notizie a coloro che hanno eseguito dei lavori di ristrutturazione e vogliono cambiare i mobili della propria abitazione, infatti l’importo di spesa che può ottenere l’agevolazione del bonus mobili 2024, scende a 5.000 euro, ecco i dettagli.

Bonus mobili, arriva il taglio degli importi

Per gli italiani si prevede un periodo in cui è necessario trovare nuovi equilibri tra le spese, infatti ci sono molte novità, come la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 che porterà benefici ai redditi medio alti, la riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro, l’introduzione di un nuovo bonus nido, l’addio a opzione donna e Quota 103 che farà spazio a Quota 104, ma non solo perché cambiano le detrazioni con la riduzione delle aliquote per il superbonus e tra le agevolazioni fiscali che stanno per avere un taglio vi è anche il bonus mobili.

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Attualmente la normativa prevede la possibilità, per chi ha eseguito lavori di ristrutturazione, di ottenere un bonus mobili su una spesa massima di 8.000 euro. L’agevolazione può essere usufruita sotto forma di detrazione del 50% della spesa da percepire in 10 rate annuali di uguale importo tramite Irpef. Naturalmente arredare una casa con 8.000 euro non è semplice, ma il bonus mobili resta un buon aiuto.

Come cambia il bonus mobili 2024

Con la modifica delle norme il bonus mobili però non sarà più riconosciuto su tali somme, ma su 5.000 euro, si riducono quindi gli importi delle detrazioni spettanti. La riduzione è dovuta alla necessità di ridurre la spesa pubblica.

La detrazione del bonus mobili appare insufficiente anche perché nella spesa possono essere ricompresi anche gli importi per l’acquisto di elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), inoltre può essere sfruttato anche nel caso in cui si scelga il pagamento a rate.

Per poter ottenere le detrazioni fiscali resta la regola del dover effettuare il pagamento con strumenti tracciabili, quindi non possono essere utilizzati i contanti.

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Bonus sicurezza, le detrazioni fiscali per antifurto, vetri e grate

Tra le agevolazioni fiscali di cui è ancora è possibile usufruire vi è il bonus sicurezza diretto all’installazione di sistemi anti-intrusione. Ecco come ottenere le detrazioni per l’installazione di impianti antifurto e non solo.

Bonus sicurezza, quali interventi sono coperti dalle detrazioni fiscali?

La sicurezza in casa è sempre importante, purtroppo nel tempo i tentativi di effrazione sono aumentati e si ha l’esigenza di migliorare la sicurezza attraverso sistemi di protezione passivi, ad esempio le grate, e di sicurezza attiva, come gli antifurti. Negli ultimi anni si parla spesso di Superbonus e bonus ristrutturazione, molti dimenticano che tra le varie possibilità vi sono anche le detrazioni per l’installazione di sistemi di protezione, anche conosciuto come bonus sicurezza o bonus antifurto.

L’articolo 16- bis comma 1 lett. f) del Tuir prevede la possibilità di ottenere detrazioni fiscali per interventi su singole unità immobiliari o su parti comuni di edifici volti a prevenire il rischio di fatti illeciti da parte di terzi. Il bonus antifurto non prevede solo la possibilità di ottenere la detrazione per l’installazione di sistemi antifurto, ma anche per altre tipologie di intervento, ecco quali:

  • installazione sostituzione o rafforzamento di grate di sicurezza, recinzioni murarie e cancellate;
  • montaggio di porte blindate o rinforzate;
  • sostituzione o installazione di spioncini, serrature;
  • apposizione di saracinesche;
  • installazione di vetri antisfondamento;
  • montaggio di casseforti a muro;
  • installazione di tapparelle metalliche con bloccaggi;
  • installazione di fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati;
  • antifurto.

Come ottenere il bonus sicurezza?

La detrazione del 50% delle spese sostenute viene riconosciuta nel limite di spesa massima di 96.000 euro. Possono avvalersi della agevolazione fiscale i contribuenti Irpef, che possiedono o detengono l’immobile con un titolo idoneo, ad esempio se a sostenere le spese è l’usufruttuario costui può ottenere le detrazioni fiscali, può naturalmente ottenere l’agevolazione fiscale anche il proprietario dell’immobile.

Per poter ottenere l’agevolazione è necessario che il pagamento avvenga con strumenti tracciabili. Nella causale del versamento deve essere indicato che lo stesso è effettuato per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che danno diritto alla detrazione. Deve inoltre essere indicato il codice fiscale del beneficiario della detrazione. Le detrazioni saranno divise in 10 rate di uguale importo e potranno essere usufruite nei rispettivi 10 anni.

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Superbonus, ultimi mesi di detrazioni. Tutti i bonus

Ultimi mesi per completare i lavori del Superbonus con percentuale di detrazione al 90% a sottolineare che sta per scadere l’incentivo è la Cassa dei ragionieri. Ecco a cosa prestare attenzione.

Superbonus al 90%, ecco chi può ancora usufruirne

Dal 2024 il Superbonus vedrà ancora scendere la percentuale di detrazioni fiscali di cui si può usufruire, la stessa sarà al 70%, nel frattempo è bene ricordare che ancora per pochi mesi è possibile avere le detrazioni fiscali al 90% per i lavori di efficientamento energetico realizzati sullo stabile.

Ricordiamo che con l’introduzione delle nuove norme rispetto al Superbonus 110% sono cambiate numerose regole, non solo infatti è stata ridotta la soglia di detrazione fiscale e non è possibile utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura ma sono previsti nuovi limiti.

Il Superbonus può essere sfruttato solo per immobili di proprietà o sui quali ci sia un diritto reale di godimento, utilizzati come abitazione principale, le vecchie norme prevedevano la possibilità di utilizzare il Superbonus 110% anche per le seconde case.

Non finiscono qui i limiti, infatti, si può usufruire del Superbonus al 90% per i lavori eseguiti nel 2023 solo nel caso in cui si abbia un reddito calcolato con il sistema del Quoziente familiare, non superiore a 15.000 euro.

Incentivi fiscali per i lavori edili

Visti tutti i limiti previsti dalla normativa sul Superbonus al 90%, ricordiamo che chi vuole eseguire lavori di ristrutturazione e ottenere delle detrazioni fiscali, può sfruttare altri incentivi fiscali con percentuali meno elevate, ma di fatto con pochissimi limiti. Ad esempio è ancora possibile ottenere il bonus ristrutturazioni al 50%, questo consente di avere detrazioni fiscali pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, non è necessario ottenere il miglioramento di 2 classi per quanto riguarda le prestazioni energetiche, non vi sono limiti di reddito.

Un’altra opportunità riguarda il bonus barriere architettoniche che permette di avere detrazioni fiscali, ancora con cessione del credito e sconto in fattura, per lavori di eliminazione delle barriere architettoniche, tra questi rientrano l’installazione di ascensori e servoscale, ma anche la sostituzione degli infissi, in alcuni casi sostituzione di pavimentazioni, rifacimento bagni, naturalmente seguendo le direttive previste per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Buone possibilità di detrazioni fiscali vi sono anche per quanto riguarda l’eco-bonus, si distingue dal Superbonus perché è necessario migliorare le prestazioni energetiche, ma non vi è il vincolo delle due classi energetiche. La percentuale di detrazione fiscale dipende dalla tipologia di lavoro eseguito.

Infine, resta la possibilità di avvalersi del sismabonus che prevede detrazioni fiscali a fronte di interventi volti a migliorare la stabilità degli edifici.

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Detrazione interessi passivi mutuo con sostituzione mutuo

Continuano le delucidazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti attraverso la rubrica FiscoOggi. In questo caso il contribuente chiede se, in caso di sostituzione di un vecchio mutuo, è possibile continuare ad usufruire delle detrazioni degli interessi passivi mutui anche cambiando l’intestazione del mutuo.

Detrazione interessi passivi mutui per acquisto prima casa

La normativa italiana riconosce la possibilità di portare in detrazione gli interessi passivi sui mutui, solo però nel caso in cui il mutuo sia stato stipulato per l’acquisto della prima casa. La detrazione sugli interessi passivi può essere calcolata su un importo massimo di 4.000 euro annui ed è pari al 19% degli interessi effettivamente pagati.

Il contribuente chiede al Fisco: Abbiamo stipulato anni fa un mutuo, intestato solo a mio marito, per acquistare in comproprietà (al 50%) l’abitazione principale. Se adesso lo estinguiamo e lo sostituiamo con un nuovo mutuo intestato a entrambi, possiamo usufruire sia io che mio marito della detrazione degli interessi passivi?

Sostituzione del mutuo: si possono cambiare i beneficiari dell’agevolazione fiscale?

Nel caso in oggetto l’immobile è in comproprietà ma il mutuo inizialmente stipulato era intestato solo a uno dei due coniugi e di conseguenza solo lui poteva portare in detrazione gli interessi passivi del mutuo.

La scelta non è stata forse delle migliori perché nel caso in cui, ad esempio, il marito avesse avuto una riduzione delle entrate e quindi della capienza fiscale Irpef o una perdita di lavoro, di fatto la coppia avrebbe continuato a sostenere le spese del mutuo, ma in effetti non avrebbero potuto usufruire della detrazione degli interessi passivi.

Naturalmente possono esservi dei motivi per i quali i coniugi avevano preferito tale soluzione, che adesso forse non gli sembra più conveniente, ecco perché hanno probabilmente scelto di cambiare soluzione e di sostituire il vecchio mutuo con un muovo mutuo che naturalmente va a coprire il debito residuo. Questa scelta può essere dettata anche dal fatto che forse la coppia ha trovato un mutuo più conveniente. Qualunque sia la motivazione si chiedono se cointestando il nuovo mutuo entrambi possono portare in detrazione gli interessi passivi del mutuo.

La risposta dell’Agenzia delle Entrate è positiva, occorre però ricordare che si può usufruire di tale agevolazione fiscale esclusivamente sul debito residuo, non si possono chiedere somme aggiuntive, anche perché evidentemente non sarebbero dirette all’acquisto della prima casa. Inoltre resta invariato l’ammontare massimo della spesa per interessi passivi che è possibile portare in detrazione, cioè 4.000 euro. Infine, se uno dei coniugi è fiscalmente a carico dell’altro, la detrazione spetterà al coniuge non fiscalmente a carico anche per la quota di competenza di quello a carico.

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Superbonus 2023 al 90%, non solo su abitazione principale

Le regole per usufruire del Superbonus sono cambiate, fin dal momento dell’insediamento del nuovo Governo ci sono state le prime novità che stanno ora producendo effetti. Se al momento dell’introduzione di questa particolare agevolazione fiscale era possibile usufruiore della stessa anche per la seconda casa, e oltre, con le norme Superbonus 2023 questo non è più possibile perché sono stati introdotti dei limiti volti a diminuire la spesa pubblica.

Superbonus 2023 al 90% sulla dimora abituale anche se dei familiari

Il Superbonus 2023 prevede la possibilità di ottenere le agevolazioni fiscali a copertura del 90% del costo dei lavori, ma rispetto al passato si può usufruire del beneficio solo sull’abitazione principale. L’Agenzia delle Entrate ha però precisato quali sono i limiti della dimora abituale e a sorpresa rientrano nel beneficio anche ulteriori immobili. Ecco di quali si tratta.

Un contribuente ha chiesto delucidazioni in merito al Superbonus 2023 al 90%, in particolare ha chiesto “È vero che la detrazione del 90% prevista per gli interventi edilizi che danno diritto al Superbonus, realizzati nel 2023 su una unità immobiliare indipendente, non può più essere richiesta se l’immobile non è abitazione principale?”.

L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che nel 2023 per gli interventi di efficientamento energetico sugli immobili unifamiliari spetta il Superbonus al 90% a condizione che:

  • il contribuente sia titolare di diritto di proprietà (compresa la nuda proprietà) o di un diritto reale di godimento sull’unità immobiliare (usufrutto, uso, abitazione);
  • l’unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale;
  • il contribuente che sostiene la spesa abbia un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro.

Cosa si intende per dimora abituale per il Superbonus 2023 al 90%?

Precisa però che per dimora abituale deve intendersi l’immobile dove il soggetto richiedente il beneficio fiscale o i suoi familiari dimorano abitualmente. Ciò vuol dire che il concetto di abitazione principale viene esteso e ricomprende immobili ulteriori.Ad esempio se il coniuge per motivi di lavoro ha dimora in un’abitazione di proprietà in una città diversa, su quell’immobile è possibile usufruire del beneficio fiscale.

Aggiunge, inoltre, che se il richiedente è temporaneamente alloggiato presso strutture di ricovero, tranne nel caso in cui l’abitazione sia locata, la stessa continua ad essere considerata dimora abituale. Infine, sottolinea che la circolare 13 del 2023 precisa che il requisito della dimora abituale non deve sussistere al momento in cui sono realizzati i lavori, ma al termine degli stessi. Ad esempio se ho un’abitazione in cui non vivo e decido di ristrutturla, posso ottenere la detrazione se al termine dei lavori mi trasferisco nella stessa.

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Case green, il Governo pensa di riscrivere le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni

La direttiva Case green sta facendo parlare molto di sé e sta facendo preoccupare molti proprietari che hanno edifici obsoleti dal punto di vista delle prestazioni energetiche. Da alcune indiscrezioni trapela l’obiettivo del Governo di riscrivere totalmente le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni al fine di agevolare la conversione degli edifici più vecchi. Ecco il dettaglio.

Case green, il Governo pensa a un rimedio

La direttiva Case green in questo momento ha avuto uno stop, si tratta di un fermo tecnico, è infatti iniziata la fase delle trattative in cui vi possono essere delle limature rispetto alla struttura originaria. La normativa non prevede tempi fissi per questa fase che potrebbe durare anche anni, di fatto per ora c’è la pausa estiva, quindi prima di settembre non riprenderanno i lavori. Di fatto è però necessario affrontare il problema della decarbonizzazione richiesta dall’Ue e di conseguenza il Governo studia strategie mirate.

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Riordino delle detrazioni fiscali

Il primo obiettivo è il riordino delle detrazioni fiscali, infatti ad oggi in Italia ci sono diverse misure che spesso generano confusione, ad esempio Superbonus, sismabonus, bonus barriere architettoniche, bonus ristrutturazione, ecobonus, tutti con percentuali di agevolazione fiscale diverse, oneri diversi e obiettivi differenti. Ciò crea una vera e propria giungla in cui è difficile muoversi.

Queste misure dovrebbero quindi essere sostituite da nuove agevolazioni che siano però mirate prevalentemente al patrimonio immobiliare più vecchio che ha maggiore urgenza di essere adeguato alle richieste dell’Unione Europea e alle famiglie che hanno maggiori difficoltà economiche e che di conseguenza possono avere seri problemi ad affrontare ristrutturazioni importanti.

Si ricorda che secondo le stime già fatte, per adeguare il patrimonio immobiliare italiano ci vogliono in media 60.000 euro per ogni edificio da ristrutturare, naturalmente gli importi possono essere molto più elevati in quelle strutture più vecchie, sulle quali non vi sono stati interventi edilizi da anni e che spesso appartengono proprio a persone in maggiori difficoltà economiche.

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