Concorso in Polizia per l’assunzione di 2138 allievi. Ecco le istruzioni

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di concorso in Polizia per l’assunzione di 2.138 allievi, si tratta di un’ottima opportunità per iniziare la carriera in Polizia ed è possibile presentare la propria candidatura fino al giorno 2 marzo 2023.

Concorso in Polizia per 2.138 allievi: requisiti

Requisiti per poter partecipare al concorso in Polizia per 2.138 allievi

Possono presentare la propria candidatura per il concorso:

  • a) volontario in ferma prefissata di un anno (VFP1) in servizio da almeno sei mesi continuativi o in rafferma annuale;
  • b) volontario in ferma prefissata di un anno (VFP1) collocato in congedo al termine della ferma annuale;
  • c) volontario in ferma quadriennale (VFP4) in servizio o in congedo.

Nel caso in cuimi candidati idonei non siano in numero sufficiente a coprire i posti, gli stessi saranno devoluti in favore di coloro che hanno i requisiti per l’accesso alla medesima qualifica, di conseguenza è comunque possibile presentare la propria candidatura.

Per poter partecipare è necessario aver compiuto 18 anni di età e non aver superato il 26° anno di età. Il secondo limite può essere elevato per un massimo di tre anni in relazione all’effettivo periodo di servizio militare prestato.

Inoltre è necessario essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore che dia accesso all’iscrizione a corsi universitari. Infine, occorre avere i requisiti di efficienza fisica, psichica e attitudinale a svolgere le mansioni.

Come presentare la domanda per il concorso in Polizia

Anche nel caso del concorso in Polizia per allievi la domanda può essere presentata esclusivamente per via telematica attraverso il portale di reclutamento https://www.inpa.gov.it/ per poter presentare la candidatura è necessario essere in possesso di un’identità digitale e quindi di uno Spid oppure della carta di identità elettronica. Nella fase di iscrizione è necessario anche indicare un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

Come si svolge il concorso

Il concorso si articola in 5 fasi:

  • prova d’esame scritta, si tratterà di un questionario articolato in domande a risposta sintetica o multipla su argomenti di cultura generale, conoscenza della lingua inglese, apparecchiature e applicazioni informatiche maggiormente conosciute;
  • prova di efficienza fisica;
  • accertamento dell’idoneità psico-fisica;
  • accertamenti dell’idoneità attitudinale;
  • valutazione dei titoli.

La prima prova si intende superata con una votazione minima di 6/10. Alla prova di efficienza fisica saranno convocati esclusivamente i candidati posizionati nelle prime 4300 posizioni in graduatoria. La prova di efficienza fisica consiste in corsa, piegamenti sulle braccia e salto in alto.

Per tutti i dettagli sulle prove e in particolare sull’accertamento dell’idoneità psico fisica si invitano gli interessati a consultare il bando che può essere scaricato al seguente link Concorso Polizia per 218 allievi

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Concorso allievi Polizia di Stato aperto ai civili 1188 posti. Scarica il bando

È appena stato pubblicato il bando per il concorso 1188 allievi Polizia di Stato aperto anche ai civili. Ecco le informazioni essenziali per partecipare.

Chi può presentare la domanda per il concorso allievi Polizia di Stato

Avevamo annunciato ieri che oggi sarebbe stato pubblicato con molta probabilità il bando per il concorso Polizia di Stato, effettivamente le promesse sono state mantenute.

Come anticipato, per poter partecipare è necessario avere compiuto il 18° anno di età e non aver compiuto il 26° anno. Come per tutti i concorsi pubblici, è necessario essere in possesso del godimento dei diritti civili e politici, inoltre è necessario essere in possesso delle qualità di condotta morali previste dall’articolo 35 comma 6 del decreto legislativo 165 del 2001.

I candidati devono essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore che dia accesso ai corsi universitari. Il bando richiede inoltre requisiti di efficienza fisica, idoneità fisica, psichica e attitudinale.

Come presentare la domanda?

La domanda deve essere presentata telematicamente ma l’accesso può essere effettuato solo utilizzando le credenziali SPID oppure con CIE inoltre nella compilazione della domanda deve essere indicato un indirizzo di posta elettronica certificata personalmente intestata. Il sito dove presentare la domanda è: https://concorsionline.poliziadistato.it

Per compilare la domanda basta seguire le indicazioni contenute nel modulo online. I posti disponibili per il concorso allievi polizia di Stato, come anticipato, sono 1188, ma 13 sono riservati a coloro che hanno un attestato di bilinguismo (lingua italiana e tedesco).

Le prove per il concorso allievi Polizia di Stato

Come accennato nel precedente articolo, le prove saranno 4:

  • prova scritta;
  • prova di efficienza fisica;
  • accertamenti dell’idoneità psico-fisica;
  • accertamenti dell’idoneità attitudinale.

Il mancato superamento anche di una sola delle prove porta all’esclusione dal concorso.

Deve però essere sottolineato una cosa importante. Le candidate in stato di gravidanza saranno ammesse d’ufficio e potranno sostenere le prove fisiche e gli accertamenti fisici, psichici e attitudinali nella prima sessione utile nel successivo concorso. Ciò anche in deroga ai limiti di età.

Per quanto riguarda la prova scritta, resta inerente la cultura generale,  nel bando si sottolinea che avverrà la pubblicazione della banca dati dalla quale saranno estrapolate le domande. La banca dati sarà pubblicata 20 giorni prima della data di inizio della prova scritta.

La data della prova scritta sarà resa nota il 25 novembre 2022 con pubblicazione dell’avviso sulla Gazzetta Ufficiale.

Saranno convocati alla prova fisica i primi 2.400 candidati che si saranno collocati in graduatoria (oltre ovviamente a coloro che hanno pari punteggio rispetto al numero 2.400). La data della prova fisica e delle ulteriori prove psico- attitudinali sarà pubblicata il 17 gennaio 2023.

Ricordiamo che la prova fisica consiste in corsa, salto in alto e piegamenti sulle braccia.

Accertamenti medici necessari

Ricordiamo che è necessario portare con sé nel giorno delle prove fisiche  i seguenti accertamenti:

  • esame emocromocitometrico;
  • esame delle urine;
  • creatinenimia;
  • gamma GT;
  • glicemia;
  • GOT;
  • GPT (ALT);
  • HbsAg;
  • Anti HbsAg;
  • Anti Hbc;
  • Anti HCV;
  • infine. uno tra TINE test, intradermoreazione di Mantoux, Quantiferon test.

Occorre portare certificato anamnestico, visita cardiologica con EGC, esame audiometrico. Rimandiamo al bando allegato in basso per le informazioni di dettaglio.

Per quanto riguarda la costituzione fisica si ricorda che è necessario avere massa grassa dell’organismo non inferiore al 7% e non superiore al 22% per gli uomini, mentre per le donne non inferiore al 12% e non superiore al 30%.

Se il candidato supera gli accertamenti fisici, può passare a quelli psichici e poi attitudinali.

A questo punto si procederà a stilare la graduatoria definitiva.

Scarica il bando seguendo il link https://www.poliziadistato.it/statics/28/bando-1188-aa-2022..pdf

Assegno unico per maggiorenni: partono i controlli dell’INPS sui requisiti

Su 4 milioni di domande presentate per l’accesso all’assegno unico, 22.000 sono al vaglio dei controlli dell’INPS concentrati soprattutto sulle richieste fatte in favore di maggiorenni, cioè i ragazzi tra 18 e 21 anni che possono accedere all’assegno unico per maggiorenni.

Assegno unico per maggiorenni: partono i controlli del nucleo antifrode

Le prime truffe erano già state poste sotto controllo nel mese di marzo e avevano riguardato domande “anomale” ad esempio per genitori che dichiaravano di avere 17 figli, altre sono state poste sotto controllo del nucleo antifrode nel mese di aprile e l’INPS ha reso noto che ora le attenzioni sono concentrate sui requisiti per accedere all’assegno unico per maggiorenni. L’obiettivo è verificare che i ragazzi abbiano i requisiti per poter accedere al welfare in oggetto. La normativa stabilisce che i ragazzi tra i 18 e i 21 anni possono proporre anche autonomamente e indicando quindi un codice Iban di conto a loro intestato, la domanda per l’Assegno Unico.

Quali sono i requisiti per l’assegno unico per maggiorenni?

Per potere ottenere l’assegno unico anche dopo il compimento dei 18 anni è necessario che:

  • frequenti un corso di studio ( scuola superiore, università, corso di formazione professionale);
  • svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e percepisca a fronte di tale impegno un reddito annuo inferiore a 8.000 euro;
  • sia disoccupato ma regolarmente iscritto al centro per l’impiego competente per territorio e attivo quindi nella ricerca di un lavoro;
  • svolga il servizio civile universale.

Ricordiamo che può ricevere l’assegno unico anche il figlio che, avendo i requisiti sopra prescritti, non sia convivente con alcuno dei genitori, ma non deve essere sposato e non deve avere a sua volta figli.

Cosa fare quando il figlio diventa maggiorenne?

Quando il figlio diventa maggiorenne, cessa la continuità dell’erogazione dell’Assegno Unico, spetta quindi alle parti attivarsi per far in modo che si possa continuare a percepirlo. Due sono i percorsi che consentono l’erogazione.

Nel caso in cui il genitore abbia presentato la domanda per l’assegno unico prima che il figlio diventasse maggiorenne, in seguito al raggiungimento della maggiore età, il figlio può presentare autonomamente la domanda. In questo caso la domanda precedente sarà cancellata dalla scheda e l’assegno sarà erogato direttamente al figlio maggiorenne. Ricordiamo che l’Iban fornito dal figlio deve essere a lui intestato, non può presentare la domanda con Iban dei genitori, mentre se continuano a percepirlo i genitori, quindi il figlio non propone autonoma domanda, non serve che il figlio abbia un Iban.

Nel momento in cui il figlio compie 18 anni e non presenta autonoma domanda, la precedente domanda proposta dai genitori risulta “in evidenza”. Il genitore deve quindi integrare la domanda, dichiarando che il figlio ha i requisiti per poterlo percepire. Sarà necessario che il genitore si colleghi al sito dell’Inps, si identifichi con CIE, SPID o CNS. Acceda alla voce “Consulta e gestisci le domande che hai presentato”, all’interno della domanda deve andare nella scheda del figlio e quindi confermare la presenza di uno dei requisiti previsti per poter ottenere l’assegno unico anche se maggiorenni. A questo punto basta salvare i dati.

Assegno sociale o pensione sociale: cos’è, come si calcola e a chi spetta

Cosa succede a chi non è riuscito a maturare i contributi per accedere alla pensione? Questa è la domanda che molti si fanno. Per loro c’è l’assegno sociale, un tempo chiamato pensione sociale, che corrisponde a un minimo vitale erogato solo in determinate situazioni.

Cos’è l’assegno sociale

L’assegno sociale dal 1996 ha sostituito quella che un tempo veniva denominata pensione sociale, cioè la pensione riservata a coloro che non hanno requisiti contributivi maturati con lavoro dipendente o autonomo. Viene erogata a domanda di parte ai cittadini che si trovano in condizioni economiche disagiate. Tra le sue peculiarità, che la rendono diversa dalle altre prestazioni pensionistiche (pensione di vecchiaia, anticipata..), vi sono la non esportabilità, cioè non può essere versata ai cittadini italiani che risiedono all’estero, e la non reversibilità, questo vuol dire che alla morte del beneficiario non sarà erogata in favore del coniuge o degli altri aventi diritto potenziali.

Requisiti soggettivi

Possono richiedere l’assegno sociale:

  • cittadini italiani;
  • cittadini comunitari iscritti all’anagrafe di un comune italiano;
  • extracomunitari.

Dal 2022 per poter richiedere l’assegno sociale occorre avere il certificato di residenza in un Comune italiano da almeno 10 anni.

L’assegno sociale può essere richiesto al compimento del 67° anno di età.

Requisiti economici per poter ottenere l’assegno sociale

Per poter ottenere questa prestazione sono richiesti requisiti economici e cioè avere un reddito personale non superiore a 6085,30 euro annuali e un reddito complessivo con il coniuge non superiore a 12.170,60 euro annuali.

Diventa importante capire a questo punto cosa rientra nel reddito da dichiarare ai fini dell’ottenimento dell’assegno sociale.

Ecco la lista:

  • tutti i redditi imponibili Irpef, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva;
  • redditi esenti da imposta;
  • pensioni di guerra
  • redditi con ritenuta alla fonte, ad esempio vincite;
  • redditi da terreni e fabbricati;
  • obbligazioni o altri titoli simili;
  • rendita vitalizia INAIL, quindi rendite che derivano da infortuni sul lavoro;
  • pensione di inabilità;
  • pensione diretta erogata dall’estero ( ad esempio per coloro che hanno lavorato in Svizzera o Germania e ricevono da questi paesi assegni pensionistici);
  • assegni alimentari ( ad esempio l’assegno alimentare versato dall’ex coniuge).

Non concorrono invece a determinare il reddito:

  • il trattamento di fine rapporto o anticipazioni del TFR;
  • il reddito della casa utilizzata come abitazione principale;
  • competenze arretrate assoggettata a tassazione separata;
  • indennità di accompagnamento e indennità di comunicazione per i sordi;
  • l’assegno vitalizio erogato agli ex combattenti della guerra 1915-1918;
  • arretrati di lavoro dipendente prestato all’estero.

Come si calcola l’importo?

L’importo dell’assegno sociale dipende dalla situazione del soggetto.

L’importo aggiornato al 2022 è di 468,10 euro mensili per 13 mensilità e spetta a coloro che non hanno reddito. Nel caso in cui invece siano presenti dei redditi gli importi sono calcolati in base ad essi, tenendo come riferimento i limiti che abbiamo vista prima, cioè 6.085,30 per i non coniugati e 12.170,60 per chi invece ha un coniuge.

Per calcolare quanto effettivamente si percepirà è necessario avere come riferimento la somma “potenziale” di reddito personale da assegno sociale, quindi 468,10 per 13 = 6085,30- il reddito prodotto. Tale importo viene quindi a sua volta diviso per 13.

Ad esempio, se una persona ha un reddito annuale di 1.000 euro, sarà necessario fare 6.085-1000= 5.085,30 e dividere questo importo per 13. Quindi l’importo mensile sarà di 391,17 euro mensili.

Diverso è il calcolo da effettuare per i coniugati, infatti in questo caso il limite di reddito è 12.170,60. L’importo pieno viene corrisposto a coloro che hanno un reddito familiare inferiore a 6.085,30. Chi invece ha un reddito maggiore, riceverà importi minori arrivando così al doppio dell’importo minimo. Ad esempio chi ha un reddito complessivo di 8.000 euro, dovrà sottrarre tale somma a 12.170,60, cioè 4.170, 60 e dovrà dividere per 13, quindi riceverà 320 euro al mese per 13 mensilità.

Come presentare la domanda?

L’assegno sociale deve essere chiesto all’INPS, di conseguenza per poter proporre la domanda è necessario collegarsi al sito INPS ed accedere alla propria pagina personale con le credenziali SPID, CIE o CNS.

A questo punto è necessario cliccare sulle voci “Nuova prestazione pensionistica”  e di seguito “Assegno sociale” e compilare la domanda. E’ necessario allegare il documento di identità, il permesso di soggiorno per i cittadini extracomunitari e autocertificazione o certificato storico di residenza dall’Ufficio anagrafe del Comune. In alternativa è possibile presentare la domanda attraverso il patronato. L’istruttoria in genere ha una durata di 30-60 giorni e viene erogato dal mese successivo rispetto a quello in cui è inoltrata la domanda.

Ricordiamo che l’assegno di invalidità civile a 67 anni si trasforma in assegno sociale. Per conoscere tutte le differenze tra i vari tipi di assegni, leggi la guida: Pensione di inabilità: differenze con invalidità civile, assegno ordinario. Guida

Concorso Vigili del Fuoco 2022: requisiti, scadenza e prove

E’ stato pubblicato da poche ore il bando per il concorso Vigili del Fuoco, sono disponibili 300 posti, è aperto anche a diplomati e si può presentare domanda fino al 28 marzo. Ecco tutti i requisiti e le regole del bando per il concorso Vigili del Fuoco 2022.

Bando e posti riservati

Il nuovo Bando per il concorso vigili del fuoco 2022 prevede una procedura per titoli ed esami, questo vuol dire che sarà accreditato un punteggio per i titoli di cui è in possesso il candidato e dovranno essere superate delle prove. C’è una quota abbastanza importante di posti riservati. Il 45% dei posti è riservato ai volontari in ferma prefissata delle forze armate.

Un ulteriore 35% dei posti è riservato ai volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che alla data di scadenza del termine per la proposizione della domanda, cioè il 28 marzo 2022 siano iscritti da almeno 3 anni negli appositi elenchi dei volontari e abbiano prestato servizio per almeno 120 giorni.

Requisiti per partecipare al concorso

I requisiti sono i soliti richiesti per partecipare ai concorsi pubblici, quindi

  • maggiore età;
  • cittadinanza italiana;
  • possesso delle qualità morali e di condotta ( quindi non essere stati condannati per reati non colposi, non essere sottoposti a misure di prevenzione, non essere stati espulsi dalle forze armate, non essere stati destituiti da incarichi pubblici);
  • Possesso dei requisiti fisici, psichici e attitudinali indicati nel decreto del Ministro dell’Interno 4 novembre 2019, n. 166 e successive modificazioni;
  • è inoltre necessario essere in possesso di un diploma di scuola superiore di secondo grado. Durante la compilazione viene richiesto di indicare l’istituto, il luogo e la data del conseguimento del diploma, quindi è bene averlo a portata di mano;
  • infine, non avere superato i 26 anni di età al momento della presentazione della domanda. Il limite dei 26 anni viene elevato a 37 per il personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

La domanda deve essere inviata telematicamente attraverso il sito https://concorsionline.vigilfuoco.it/home . L’accesso alla piattaforma avviene esclusivamente con l’uso del codice SPID. La piattaforma è disponibile dal giorno 26 febbraio 2022 al giorno 28 marzo 2022. Nella compilazione della domanda è richiesto un indirizzo di posta elettronica certificata, quindi è bene procurarsene uno prima di iniziare la compilazione della stessa.

Nella fase della compilazione deve essere anche indicato se si è in possesso dei requisiti per rientrare nelle quote di riserva. Nelle more della verifica dei requisiti tutti i candidati sono ammessi al concorso, naturalmente in un secondo momento sarà verificata la veridicità di quanto dichiarato. I titoli non dichiarati nella fase della presentazione dell’istanza non saranno valutati.

Concorso Vigili del Fuoco 2022: prova preselettiva

Una volta proposta la domanda, saranno calendarizzate le date delle prove. Modalità, termini e data della prova preselettiva saranno indicate il 12 aprile 2022 Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie Speciale Concorsi ed Esami e sul sito dei vigili del fuoco: www.vigilidelfuoco.it

La prima prova viene definita preselettiva e verte su:

  • storia d’Italia dal 1861 ad oggi;
  • elementi di chimica
  • quesiti di tipo logico-deduttivo e analitico volti a esplorare le capacità intellettive e di ragionamento;
  • domande volte a verificare la conoscenza degli strumenti informatici di uso comune, applicazioni informatiche di uso comune e lingua inglese.

Sarà formulata attraverso domande a risposta multipla.

La correzione avviene attraverso strumenti automatizzati.

La graduatoria prevede il passaggio alla fase successiva di un numero di candidati pari a 10 volte il numero dei posti messi a concorso, quindi 3000 candidati passeranno alla fase successiva. Sono ammessi i candidati con un punteggio pari al n° 3000.

L’elenco dei candidati ammessi sarà pubblicato sul sito dei vigili del fuoco. Il punteggio di questa prova non concorre a determinare il punteggio finale.

Questa prova potrà essere espletata sia in sedi decentrate, sia in modalità telematica da remoto, come sottolineato le modalità saranno indicate il 12 aprile 2022.

Il giorno della prova il candidato deve avere con sé uno dei seguenti documenti in corso di validità:

  • patente di guida;
  • carta di identità;
  • passaporto;
  • tessera di riconoscimento rilasciata da una Amministrazione dello Stato;
  • altro documento di riconoscimento previsto dall’art. 35 del decreto del Presidente della Repubblica, 28 dicembre 2000, n. 445 e successive modificazioni.

Concorso Vigili del Fuoco 2022: prove fisiche

Superata la fase preselettiva, ci sarà la seconda fase volta a valutare il possesso dell’efficienza fisica in relazione anche a quelle che saranno le funzioni da svolgere nell’ambito delle mansioni previste per i vigili del fuoco. Per poter partecipare alle prove fisiche i candidati ammessi devono portare con sé il certificato di idoneità all’attività sportiva agonistica dal quale risulti che non vi sono controindicazioni allo svolgimento delle attività fisiche. Questo può essere rilasciato esclusivamente da:

  • ASL;
  • Federazione Medico Sportiva Italiana;
  • centro federato con la Federazione Medico Sportiva Italiana;
  • oppure un ambulatorio o studio autorizzato dalla regione di appartenenza.

I certificati non devono avere data anteriore a 45 giorni prima della effettuazione della prova.

La prima prova è volta a valutare equilibrio, forza, coordinazione e reazione motoria.

La seconda prova fisica è diretta a valutare la resistenza;

L’ultima prova fisica è volta a valutare l’acquaticità.

Ciascuna prova si ritiene superata se il candidato raggiunge un punteggio di 21/30.

Infine, c’è la valutazione dei titoli, questi possono portare ad un punteggio massimo di 5. I titoli riguardano esclusivamente il possesso di patenti. I punteggi dei titoli non sono cumulabili tra loro.

Tipologia Punti
B 1
BE 2
C1 3
C 4
C1E 5
CE 5
CQC merci 5
D1 3
D 4
D1E 5
DE 5
CQC persone 5

Se nella formazione della graduatoria finale vi sono due candidati con pari punteggio sarà preferito quello più giovane.

Ricordiamo che è ancora possibile candidarsi al concorso VFP1 2022 e al concorso per allievi marescialli. Le informazioni dettagliate sono agli articoli:

Concorso VFP1 2022: il Ministero della Difesa cerca 6.000 volontari

Carabinieri, al via il concorso per allievi marescialli

Disability Card: dal 22 febbraio è possibile richiederla. La Guida dell’INPS

Dal 22 febbraio 2022 è possibile inoltrare la domanda per ottenere la Disability Card o Carta Europea della Disabilità (CED). L’INPS con il messaggio 853 del 2022 ha provveduto a delineare una guida per poterla richiedere.

Cos’è la Disability Card?

La Disability Card è una tessera digitale che consente di accedere in maniera facilitata ai servizi riservati ai disabili, ciò è possibile perché contiene tutti i dati del disabile all’interno di un QRCode, si tratta quindi di una card personale. Dal 22 febbraio la Disability Card sostituirà in modo graduale tutti i certificati cartacei. Questo vuol dire che il disabile in caso di visite di controllo, oppure per accedere a servizi riservati non dovrà portare con sé tutta la documentazione, ma potrà utilizzare la card. La stessa è valida anche nei Paesi dell’Unione Europea.

Per conoscere i dettagli della Disability Card leggi l’articolo: Disability Card: dal 2022 servizi più agili per i disabili

Cosa serve per presentare la domanda per ottenere la Disability Card?

Per poter presentare la domanda in primo luogo è necessario avere un’identità digitale, tre sono le modalità per poter accedere ai servizi INPS: CIE 3.0, SPID e CNS. Dopo essere entrati nella propria pagina personale, sarà possibile verificare che nella stessa sono già presenti i propri dati anagrafici. Il Messaggio 853 sottolinea quindi che è necessario semplicemente allegare una fotografia del disabile a colori in formato tessera. Naturalmente è bene procurarsi una foto in formato digitale in modo che sia più semplice allegare la stessa. Inoltre deve essere indicato l’indirizzo del recapito dell’avente diritto, se questo è diverso rispetto a quello di residenza già presente negli archivi dell’INPS e verificabile nella propria scheda anagrafica presente già sul sito dell’INPS.

Il richiedente deve quindi dichiarare ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, di essere in possesso dei verbali cartacei (antecedenti al 2010) oppure di sentenze o decreti di omologa a seguito di contenzioso giudiziario da cui si possa evincere che effettivamente l’invalidità è stata riconosciuta.

Nel Messaggio 853 dell’INPS viene chiarito che a breve il servizio sarà implementato e che di conseguenza sarà possibile anche allegare tale documentazione. In ogni caso, se la stessa è oggetto di autodichiarazione ai sensi del DPR 445 del 2000 sono comunque possibili verifiche, con tutte le conseguenze che possono derivare in caso di dichiarazioni mendaci.

Nel caso in cui si tratti di minori disabili, la domanda deve essere presentata per conto del minore da chi esercita la responsabilità genitoriale o la funzione di tutore o dall’amministratore di sostegno. Nel caso di minori in affido, la domanda deve essere presentata dagli affidatari.  In tali casi devono essere utilizzate le credenziali digitali del minore oppure si può usare la delega dell’identità digitale.

Per saperne di più leggi l’articolo: Delega INPS per l’accesso ai servizi online: guida per farla online

Altri modi per presentare la domanda

L’INPS sottolinea che oltre ad essere presentata in modo autonomo dal disabile, la domanda può essere inoltrata anche attraverso le associazioni rappresentative delle persone con disabilità. In questo caso si accede al servizio con le credenziali SPID dell’operatore dell’associazione che deve obbligatoriamente indicare di avere delega per la presentazione dell’istanza.

Le associazioni a cui è possibile rivolgersi sono:

  • ANMIC: Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili
  • ENS: Ente Nazionale Sordi
  • UIC: Unione Italiana Ciechi
  • ANFFAS: Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale

Chi può presentare la domanda per ottenere la Disability Card?

  • Invalidi civili minorenni;
  • invalidi civili maggiorenni con invalidità certificata superiore al 67%;
  • cittadini con indennità di accompagnamento;
  • cittadini con certificazione ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
  • sordi civili;
  • ciechi civili;
  • invalidi e inabili ai sensi della legge 12 giugno 1984, n. 222;
  • invalidi sul lavoro con invalidità certificata maggiore del 35%;
  • invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa o con menomazioni all’integrità psicofisica;
  • inabili alle mansioni;
  • cittadini titolari di trattamenti di privilegio ordinari e di guerra.

Una volta inoltrata la domanda, l’INPS procede alle verifiche del caso, inerenti l’effettiva validità della certificazione di invalidità e la veridicità delle dichiarazioni, e in seguito incarica, tramite un gestore, il Poligrafico Zecca dello Stato per la stampa della Disability Card e provvede quindi alla consegna della stessa.

 

Concorso VFP1 2022: il Ministero della Difesa cerca 6000 volontari

Parte il reclutamento per 6.000 Volontari in Ferma Prefissata (VFP1) nell’Esercito italiano. Ecco come presentare la domanda per partecipare al concorso VFP1 2022 del Ministero della Difesa/Esercito.

Pubblicato il bando di concorso VFP1 2022 del Ministero della Difesa per chi vuole arruolarsi all’Esercito

Il bando di concorso VFP1 2022 per 6.000 Volontari in Ferma Prefissata di 1 anno nell’Esercito Italiano è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’8 febbraio 2022. Naturalmente possono accedere persone di entrambi i sessi. Il concorso prevede tre blocchi con 2.000 ingressi ciascuno:

  • per il primo blocco le domande devono essere presentate dal 9 febbraio 2022 al 10 marzo 2022 e possono partecipare coloro che sono nati al 10 marzo 1997 al 10 marzo 2004;
  • nel secondo blocco le domande possono essere presentate dal 2 maggio 2022 al 31 maggio 2022 e possono aderire coloro che sono nati in una data compresa tra il 31 maggio 1997 e il 31 maggio 2004;
  • infine, c’è il terzo blocco in cui le domande possono essere presentate dal 1° agosto 2022 al 30 agosto 2022 e sono riservate a coloro che sono nati 30 agosto 1997 al 30 agosto 2004.

I requisiti per partecipare al bando di concorso VFP1 2022

La prima cosa da mettere in evidenza è che possono accedere a questo concorso anche coloro che non hanno conseguito il diploma di scuola  secondaria di secondo grado ( il classico diploma professionale o di liceo), naturalmente devono avere conseguito il diploma di scuola secondaria di primo grado (scuola dell’obbligo).

Tra i requisiti per accedere ci sono:

  • aver compiuto 18 anni di età e non aver superato i 25 anni di età (si prende in considerazione il giorno del compimento del 25° anno di età);
  • godere dei diritti civili e politici;
  • cittadinanza italiana;
  • non essere stati condannati per delitti non colposi e non essere imputati in processi per delitti non colposi;
  • non essere sottoposti a misure di prevenzione;
  • aver avuto una condotta incensurabile;
  • non essere stati destituiti, dispensati o decaduti da impieghi in Pubblica Amministrazione, licenziati da incarichi in PA in seguito a procedimenti disciplinari o prosciolti d’autorità o d’ufficio da incarichi nelle Forze Armate o di Polizia. Solo nel caso in cui il proscioglimento sia dovuto al mancato superamento delle prove psico-fisiche o dei corsi di formazione è possibile comunue partecipare;
  • non aver avuto comportamenti che portino dubbi circa la fedeltà alle istituzioni democratiche e alla Costituzione;
  • idoneità psico-fisica e attitudinale
  • esito negativo all’accertamento circa l’uso, anche saltuario, di sostanze stupefacenti/psicotrope (tranne nel caso in cui l’uso sia per fini terapeutici) o abuso di alcool;
  • non essere già in servizio in qualità di volontario nelle forze armate.

In base al bando, è possibile partecipare anche senza diploma professionale o di scuola superiore di secondo grado, ma vi è la possibilità di partecipare con determinate qualifiche preferenziali di:

  • elettricista infrastrutturale;
  • idraulico infrastrutturale;
  • fabbro;
  • muratore;
  • falegname;
  • meccanico di mezzi e piattaforme.

In questo caso è necessario avere requisiti specifici per tali ruoli da dimostrare anche con attestati.

Coloro che partecipano con tali qualifiche, se risultano idonei vincitori sono assegnati a questi settori, se invece risultano idonei non vincitori per il settore di preferenza, vengono comunque posti nella graduatoria generale per i “posti generici”.

Riserva dei posti

Il bando da 6.000 posti come Volontari in Ferma Prefissata di un anno VFP1 prevede una riserva del 10% dei posti in favore di:

  • diplomati alle scuole militari;
  • assistiti dell’Opera Nazionale (orfani militari in carriera Esercito), dell’Istituto Andrea Doria (orfani personale Marina Militare), dell’Opera Nazionale figli degli Aviatori , Opera Nazionale Assistenza orfani Arma dei Carabinieri.
  • Figli di militari deceduti in servizio.

Come presentare la domanda?

La domanda può essere presentata esclusivamente per via telematica all’indirizzo www.concorsi.difesa.it l’accesso al portale avviene esclusivamente con SPID, CIE e CNS.

Iter del concorso VFP1 2022

Dopo una prima fase istruttoria in cui sono valutate le domande, con valutazione anche dei titoli di merito, si procede l’accertamento dei requisiti di idoneità psico-fisica e attitudinale. Le prove saranno effettuate presso centri di selezione indicati dalle Forze Armate. Ogni blocco di sarà composto da 12.000 candidati.

Le prove fisiche prevedono:

trazioni alla sbarra, piegamenti sulle braccia, sollevamento ginocchia al petto, corsa piana di 2000 metri.

Ci sarà quindi una verifica sul possesso delle capacità attitudinali. Il candidato non deve avere patologie, infermità e imperfezioni.

A questo punto la commissione giudicatrice stila i primi 7 elenchi in base alle 6 qualifiche prima viste e infine la classifica generica.

Si provvede quindi all’approvazione delle graduatorie e quindi all’assegnazione dei Volontari ai vari Reggimenti addestrativi della Forza armata.

Infine, viene stilata la graduatoria definitiva.

Quanto guadagna un Volontario in Ferma Prefissata?

Prima di entrare nell’Esercito tutti si chiedono quanto potranno percepire, la risposta forse deluderà molte persone, infatti non si tratta di un vero stipendio. Trattandosi di volontari si ha un trattamento economico inferiore rispetto a un dipendente. In soldoni, chi partecipa all’anno di addestramento come volontario in ferma prefissata ha una retribuzione giornaliera di circa 32 euro, si tratta di circa 800 euro mensili che arrivano a 850 per coloro che scelgono il corpo degli Alpini. La retribuzione è più alta per i VPF4 che arrivano a 37 euro al giorno.

Chi partecipa può comunque ottenere anche punteggi in ulteriori concorsi pubblici. Inoltre si tratta del primo passo verso la carriera militare, infatti è possibile in seguito chiedere rafferma Vfp1 per uno o due anni, partecipare al concorso come VFP4, partecipare ad altri concorsi nelle Forze Armate o Polizia. Per coloro che hanno partecipato senza demerito al percorso VFP1 c’è anche la possibilità di aprtecipare alle quote riservate nei concorsi in PA.

Carta Acquisti INPS 2021: a chi spetta e come richiederla

La pandemia ha messo a dura prova le famiglie italiane e mai come in questo momento è essenziale avere degli aiuti da parte dello Stato. Tra le varie misure messe a disposizione vi è la Carta Acquisti INPS 2021 che in realtà non nasce con la pandemia ma in precedenza e per aiutare le persone che si trovano in una situazione di disagio economico ad avere un minimo sollievo nell’affrontare le spese quotidiane.

Cos’è la Carta Acquisti INPS 2021

La Carta Acquisti INPS è attiva dal 2008 e funziona come una qualsiasi carta bancomat, può essere quindi utilizzata per pagare beni e servizi, gli importi caricati però sono piuttosto esigui, si tratta infatti di soli 40 euro mensili.

E’ stata introdotta nel nostro sistema con il decreto legge 112 del 2008 e ha la funzione di sostenere le famiglie che si trovano in una particolare situazione di disagio. Non può essere utilizzata per qualunque scopo, ma solo per l’acquisto di beni alimentari, pagamento delle utenze di luce e gas e per spese sanitarie. La carta acquisti viene riconosciuta alle persone che hanno oltre 65 anni di età e alle famiglie in cui siano presenti minori di tre anni di età e che abbiano i requisiti patrimoniali e reddituali per potervi accedere.

Vedremo ora i requisiti, ma è bene sottolineare fin da subito che vi sono requisiti positivi e altri negativi e gli stessi devono essere incrociati.

Requisiti Carta Acquisti INPS 2021 per minori di 3 anni

I requisiti, in particolare quelli inerenti la situazione reddituale sono aggiornati di anno in anno con una nota del MEF, l’obiettivo è quello di allineare il riconoscimento del beneficio all’inflazione. I dati qui riportati si riferiscono all’ultima nota di aggiornamento del MEF, gli stessi però attualmente non risultano aggiornati sul sito INPS che fornisce ancora quelli antecedenti. Sono comunque i requisiti attualmente validi.

Il primo caso rilevante è quello delle famiglie con minori di anni 3. In questo caso per poter accedere è necessario:

  • essere cittadini italiani;
  • essere cittadini comunitari;
  •  extracomunitari, in questo terzo caso per poter accedere occorre avere familiari che siano cittadini italiani o comunitari, oppure un permesso di soggiorno, il riconoscimento di rifugiati politici o posizione sussidiaria;
  • essere regolarmente iscritti all’anagrafe della popolazione residente;
  • avere un reddito ISEE inferiore 7.001,37 euro.

Quelli visti sono i requisiti positivi, a cui si aggiungono quelli negativi, cioè non devono sussistere contemporaneamente determinate situazioni. Ecco quali sono:

  • non si deve essere intestatari di più di un’utenza elettrica o di gas oppure di un’utenza “non domestica”;
  • non si deve essere proprietari di più di due veicoli ( da soli o insieme al coniuge);
  • proprietari di una quota superiore al 25% di un immobile ad uso abitativo;
  • intestatari di una quota maggiore del 10% di un immobile ad uso non abitativo;
  • proprietari di un immobile in categoria C7 (tettoie chiuse o aperte);
  • per poter accedere al beneficio, inoltre è necessario non essere titolari di un patrimonio mobiliare di valore superiore a 15.000 euro, risultante dalla dichiarazione ISEE.

A chi spetta la Carta Acquisti INPS: requisiti per over 65

I requisiti positivi e negativi previsti per gli over 65 sono simili a quelli già visti per le famiglie con minori di tre anni, anche se vi sono delle particolarità.

Anche in questo caso il diritto viene riconosciuto a coloro che hanno la cittadinanza italiana, comunitaria o extracomunitari con i limiti visti in precedenza, inoltre è necessario  avere un reddito corrente ISEE inferiore a 7.001,37 euro, ma in questo caso per coloro che hanno oltre 70 anni di età il limite viene innalzato fino a 9.335,16 euro. Naturalmente si deve fare riferimento ai redditi derivanti da trattamenti pensionistici o assistenziali a cui devono essere aggiunti i redditi di altra natura a carico della persona.

Sono identici anche i requisiti negativi, ma in questo caso se ne aggiunge un altro e cioè l’anziano per poter beneficiare della Carta Acquisti INPS 2021 non deve essere titolare di un vitto garantito dallo Stato, ad esempio nel caso in cui si sia ricoverati in un reparto di lunga degenza a carico dello Stato oppure si viva in un istituto penitenziario.

Come inoltrare la domanda

Chi si trova nelle condizioni viste, può inoltrare la domanda per ottenere la Carta Acquisti INPS 2021, farlo è molto semplice, infatti i moduli sono disponibili presso le sedi degli uffici di Poste Italiane, inoltre possono essere scaricati dal sito del Ministero Economia e Finanze. Gli over 65 dovranno compilare il modello A017/21, mentre i genitori o tutori di minori di anni 3, esercenti la patria potestà, affidatari, il modello B018/21. Una volta compilato il modello deve essere inoltrato all’INPS, tale operazione può essere fatta presso gli sportelli degli uffici di Poste Italiane.

L’INPS effettuerà le verifiche inerenti i dati trasmessi e in seguito provvederà ad erogare la carta che mensilmente sarà caricata con gli importi dovuti. Il pagamento avviene dal mese successivo rispetto a quello in cui è stata inoltrata la domanda.  Deve essere però ricordato che l’accredito è bimestrale, quindi ogni 2 mesi sono caricati 80 euro, solitamente la ricarica avviene nei primi 10 giorni del mese.

La carta funziona con il circuito Mastercard, non può essere utilizzata per prelievo di contanti, ma solo per effettuare acquisti presso negozi di alimentari, per spese sanitarie e pagamento delle utenze di luce e gas. Ai titolari della Carta Acquisti è riservato anche uno sconto del 5% presso le farmacie e i negozi di alimentari aderenti.

Deve però essere sottolineato che la carta Acquisti INPS 2021 non può essere utilizzata per il pagamento del Ticket sanitario e per l’acquisto di specialità medicinali. In caso di furto o danneggiamento il titolare può chiedere assistenza al numero verde 800. 902.122.

Usucapione: quali sono i requisiti temporali e psicologici per maturarlo

Da molti anni stai curando un fondo che risultava abbandonato oppure vivi in un immobile senza pagare il canone e senza che nessuno abbia mai rivendicato i suoi diritti? In questo caso potresti aver maturato i requisiti per l’usucapione, ecco come funziona.

Usucapione: requisiti temporali

Il nostro ordinamento prevede l’usucapione nell’articolo 1158 del codice civile che stabilisce: La proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per venti anni”. L’articolo 1161 c.c. invece regola l’usucapione per i beni mobili e stabilisce che in questo caso il termine previsto è di 10 anni.

L’articolo 1159 c.c. invece contempla un’unica possibilità di usucapione abbreviata a 10 anni per i beni immobili, si tratta del caso in cui un soggetto ritenga di aver idoneamente acquistato il bene e trascritto un atto che poi sia risultato nullo.  In questo caso quindi vi è un atto, ma evidentemente lo stesso è viziato e non per fatto dovuto all’acquirente. Queste sono le regole di base, ora vediamo quali ipotesi possono verificarsi.  La prima cosa da sottolinearsi è che il termine per il maturare del’usucapione si considera interrotto sia da un atto del reale proprietario volto a riscattarne la proprietà, sia nel caso in cui vi è un evento naturale che porta il soggetto a non comportarsi come proprietario per un anno.

Vi sono però dei casi particolari in cui i termini per usucapione sono più brevi, l’articolo 1159 bis del codice civile si occupa dell’usucapione speciale per la piccola proprietà rurale e stabilisce il termine ordinario in 15 anni e il termine abbreviato in 5 anni. La norma ha a oggetto i terreni agricoli ubicati in un comune montano, oppure fondi rustici in comuni non montani, ma il cui reddito dominicale non superi 180,76 euro.

Non possono essere usucapiti i beni demaniali, del patrimonio statale o comunque pubblici.

Requisiti usucapione: il possesso continuato e l’animus proprietario

Non basta però il solo possesso per acquisire la proprietà, infatti ci vogliono ulteriori elementi che possono essere definiti psicologici.

La proprietà di un bene si può acquistare a titolo derivato, ad esempio compravendita, successione, donazione, oppure a titolo originario quindi un titolo precedente non esisteva e nasce ex novo, l’usucapione è un acquisto a titolo originario, questo perché non c’è un proprietario oppure, pur essendovi, non si sa chi sia e di fatto ci si comporta su quel bene come se si fosse proprietari.

Ad esempio una persona ha una casa e si accorge che il fondo vicino è abbandonato e che nessuno se ne occupa mai, a un certo punto, non sapendo chi è il proprietario e anche per evitare danni alla propria proprietà, si decide di ripulirlo dalla erbacce e poi di iniziare a coltivarlo. Intanto passa il tempo e nessuno reclama la proprietà dell’immobile e ci si comporta come proprietari del fondo, cioè si ha l’animus del proprietario.

Atti interruttivi

Affinché maturi l’usucapione devono però trascorrere gli anni previsti dalla legge senza che nessuno reclami la proprietà dell’immobile. Nel caso in cui per quell’ immobile si stipula un contratto di affitto, non si può maturare l’usucapione. Se dopo 5 anni che si sta coltivando il terreno abbandonato, arriva il proprietario, si palesa come tale e di fatto stipula una sorta di accordo per cui chi sta coltivando il terreno continua a farlo e ne tiene i frutti, non può maturare l’usucapione perché c’è appunto un soggetto che si palesa come proprietario e che non dichiara certo di voler rinunciare alla proprietà, interrompendo così i termini. Il possesso quindi deve essere:

  • continuato;
  • non deve essere stato acquisito con la forza;
  • deve essere pubblico, cioè non deve essere occultato o nascosto alle persone con cui generalmente si entra in contatto. Ad esempio coltivare il fondo di notte per non far sapere al vicino chi coltiva, potrebbe far venir meno l’usucapione.

Come trascrivere un atto di proprietà acquisita per usucapione

Dal punto di vista tecnico affinché si risulti proprietari dell’immobile su cui si ritiene di aver maturato l’usucapione è comunque necessario far emergere dai pubblici registri questa proprietà e per farlo occorre un atto che abbia una rilevanza pubblica.

Vi è stato un periodo in cui si riteneva che bastasse una dichiarazione fatta davanti al notaio in cui si disponeva di possedere un bene immobile da oltre 20 anni senza che nessuno ne avesse mai reclamato la proprietà, tale dichiarazione doveva essere resa nota a un eventuale acquirente. La Corte di Cassazione è però intervenuta su tale posizione chiarendo che non basta tale dichiarazione, ma è necessaria una sentenza.

Sentenza

Ciò implica che è necessario attivare una causa nei confronti di un soggetto che in un qualche modo in un atto, nei pubblici registri, risulta essere stato proprietario. La procedura può andare avanti anche in contumacia e quindi senza che il contro interessato si presenti in giudizio. Si arriva quindi all’atto finale cioè alla sentenza, che però non è scontata, infatti il contro interessato potrebbe anche presentarsi e reclamare la proprietà dell’immobile, offrendo comunque delle prove del fatto che in realtà non vi era mai stata l’intenzione di far acquisire la proprietà a terzi soggetti.

In sede processuale è colui che ritiene di aver acquistato la proprietà per usucapione a dover dimostrare che il possesso è stato continuato e, in base a una sentenza del tribunale di Cassino, è necessario indicare in modo preciso il momento in cui è iniziato il possesso, non basta sottolineare di aver sempre avuto la disponibilità del bene (sentenza 823 del 2011 Tribunale di Cassino). Per dimostrare l’avvenuto acquisto della proprietà tramite usucapione è possibile chiamare in giudizio anche testimoni, ad esempio i vicini che in molti casi possono essere risolutivi.

Gli accordi di mediazione

La procedura giudiziaria oggi è però superata, infatti, nel 2013 è stato inserito nell’articolo 2643 del codice civile (atti soggetti a trascrizione) il comma 12 bis che assoggetta a trascrizione nei pubblici registri  “gli accordi di mediazione che accertano l’usucapione con la sottoscrizione del processo verbale autenticata da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato”. Con tale accordo viene sostituita la sentenza, naturalmente all’accordo di mediazione deve prendere parte l’eventuale contro interessato. Se non si raggiunge l’accordo si può procedere in via giudiziaria.

Quattordicesima mensilità e pensioni: a chi spetta?

Per molti pensionati luglio è un mese molto importante perché arriva la quattordicesima mensilità, ma a chi tocca e a quanto ammonta?

Cos’è la quattordicesima mensilità

La quattordicesima mensilità viene erogata dall’INPS, fa il suo ingresso in Italia con l’articolo 5 del  decreto legge n° 81 del 2007, da allora questa misura economica è sempre stata in vigore.  Nel 2017, con la legge di bilancio, è stata ulteriormente rafforzata andando ad ampliare la platea di coloro che ne hanno diritto. Si tratta di una somma di denaro aggiuntiva corrisposta nel mese di luglio e in alcuni casi nel mese di dicembre (ad esempio nel caso in cui i requisiti anagrafici siano maturati dopo il 31 luglio dell’anno in corso). Non tutti però hanno diritto a questo bonus, infatti occorrono requisiti anagrafici e requisiti economici.

I requisiti per ottenerla

Per quanto riguarda il requisito anagrafico, per poter ottenere la quattordicesima mensilità occorre aver compiuto 64 anni di età entro il 31 luglio dell’anno in corso. Se il requisito viene maturato successivamente gli importi sono erogati nel mese di dicembre.

Per poterne usufruire occorre essere titolari di trattamenti pensionistici INPS, si può trattare di pensione maturata nel settore pubblico o privato, di vecchiaia, anzianità, anticipata, reversibilità (superstiti), titolari di assegni di invalidità e assegni di inabilità. Non dà diritto a tale corresponsione il riconoscimento dell’invalidità civile e di tutte le altre prestazioni di natura assistenziale. Possono avere questa mensilità aggiuntiva sia  i lavoratori dipendenti, sia coloro che hanno maturato altre forme pensionistiche INPS (artigiani, commercianti).

Non bastano tali requisiti, infatti occorre anche avere requisiti reddituali. In particolare fino al 2016 avevano diritto alla quattordicesima mensilità coloro che percepivano un reddito inferiore a 1,5 volte l’assegno minimo mensile, pari a 515,58 euro. Dal 2017 come detto la platea è stata ampliata e quindi ne hanno diritto coloro che hanno un reddito personale non superiore a due volte il minimo previsto per l’assegno sociale, per il 2021 la soglia è di 13.405 euro annui. Si tratta sempre di reddito personale quindi non deve essere cumulato con quello del coniuge.

Come ottenere la quattordicesima mensilità?

Per avere la quattordicesima mensilità non occorre fare nulla, infatti tale prestazione viene riconosciuta automaticamente dall’INPS tenendo come riferimento i redditi percepiti nell’anno antecedente. Un’altra domanda che molti si pongono è quanto viene effettivamente erogato. Anche in questo caso è bene fare delle precisazioni, infatti dipende dagli anni di contributi versati e dal reddito.

Ci sono due fasce di reddito.

La prima è di 10.053,71 euro. Per coloro che rientrano in tale fascia se hanno versato:

  • fino a 15 anni di contributi, l’importo è di 436,80 euro
  • dai 15 anni ai 25 anni di contributi, l’importo è di 546 euro;
  • oltre 25 anni di contributi si percepisce un bonus di 655,20 euro

La seconda fascia include coloro che hanno un reddito in un range tra 10.053 euro e 13.405,08 euro, in questo caso i contribuenti se hanno versato:

  • fino a 15 anni di contributi percepiscono l’importo di 366 euro;
  • da 15 anni a 25 anni di contributi percepiscono 420 euro;
  • oltre i 25 anni di contributi 504 euro.

I requisiti visti sono per i pensionati da lavoro dipendente, nel caso in cui si tratti di lavoratori autonomi  cambiano esclusivamente le fasce contributive che sono la prima fino a 18, la seconda da 18 anni a 28 anni e la terza oltre 28 anni.

 

Ultime precisazioni: cosa fare se non si riceve la quattordicesima?

Si è detto in precedenza che il diritto alla quattordicesima mensilità viene riconosciuto automaticamente dall’INPS, può però capitare che vi siano dei disguidi. Di conseguenza se si rientra tra coloro che avrebbero diritto ad ottenere tale somma di denaro, ma la stessa non viene corrisposta, è possibile richiedere assistenza a un CAF o patronato, oppure compilando online la domanda presente sul sito dell’INPS. Per accedere occorre avere lo SPID oppure il PIN.

Infine, è bene ricordare che la quattordicesima mensilità non concorre a determinare la base imponibile IRPEF quindi è esentasse.