Concorso Agenzia Dogane e Monopoli, scarica il bando

Pubblicato il bando per il concorso funzionari presso l’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane. Sono disponibili 564 posti con contratto a tempo indeterminato.

I posti disponibili per il concorso Agenzia Dogane e Monopoli

La prima cosa da sottolineare è che in realtà si tratta di tre bandi, il principale riguarda i funzionari amministrativi tributari, per tale ruolo sono disponibili 487 posti.

Il bando di concorso per 564 funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli, i posti sono disponibili in diverse Regioni di Italia, le posizioni sono diverse per il funzionario amministrativo tributario i posti disponibili sono:

  • 85 Lombardia;
  • 60 Piemonte;
  • 30 Liguria;
  • 4 Valle d’Aosta;
  • 60 Veneto;
  • 30 Friuli Venezia Giulia;
  • 55 Emilia Romagna
  • 15 Marche;
  • 40 Toscana;
  • 15 Umbria;
  • 20 Lazio;
  • 60 Roma;
  • 13 provincia Bolzano.

Ulteriori 5 posti sono riservati a funzionari amministrativi esperti in comunicazione.

72 posti sono riservati ai funzionari esperti nel settore delle accise, in questo caso oltre alla laurea, è richiesta anche l’abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere nonché l’iscrizione all’albo dell’Ordine degli ingegneri.

Requisiti concorso Agenzia Dogane e Monopoli

Per candidarsi è necessario essere in possesso di una laurea che cambia in base alle posizioni da ricoprire. Per quanto riguarda il primo bando, quello più sostanzioso, il bando dice:

a) laurea di Primo Livello o titoli equiparati in base agli ordinamenti previgenti;

b) diploma di laurea, conseguito secondo l’ordinamento di studi previgente al decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509 o titolo equipollente per legge;

c) laurea specialistica o magistrale

Non specifica il ramo, ma in un secondo punto sottolinea che occorrono competenze giuridiche economiche, finanziarie e di supporto ai processi amministrativi, gestionali ed organizzativi di ADM.

Deve ritenersi che si possa partecipare con qualunque laurea, ma giustamente è necessario avere una preparazione adeguata nelle materie di concorso.

Le materie di concorso sono: Diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto civile (limitatamente alla disciplina contenuta nel Libro IV – delle obbligazioni – del Codice civile), diritto dell’Unione europea, economia politica e contabilità aziendale. Accertamento delle competenze trasversali specifiche per la figura professionale, indicate nel successivo paragrafo “Conoscenze e competenze professionali”. Queste sono le materie della prova scritta, per la prova orale si aggiungono conoscenze su fini istituzionali, ordinamento e attribuzioni di ADM, cenni di normativa in materia di dogane, accise e giochi, elementi di diritto penale (con specifico riferimento ai reati contro la P.A.). Accertamento della conoscenza della lingua inglese e utilizzo delle applicazioni informatiche e dei software più diffusi.

Come presentare la domanda per il concorso Dogane

Per partecipare al concorso la domanda deve essere proposta telematicamente entro il 12 marzo 2024 alle ore 23:59.

Per presentare la domanda è necessario collegarsi al sito www.inpa.gov.it e identificarsi con Spid, Cie o Cns.

Alla presentazione della domanda deve essere obbligatoriamente indicato un indirizzo Pec, un indirizzo email e un contatto telefonico.

Come anticipato, il concorso prevede una prova scritta e una prova orale. Nel caso in cui le candidature inviate dovessero essere numerose (numero di candidati sia pari o superiore a dodici volte il numero dei posti messi a concorso per ciascun ambito territoriale), sarà predisposta una prova preselettiva. Sarà composta da 50 quesiti a risposta multipla (3 opzioni).

Per i dettagli delle domande si invita a leggere il bando che può essere scaricato dal sito https://www.adm.gov.it/portale/concorso-pubblico-a-complessivi-564-posti-area-funzionari-presso-l-agenzia-delle-dogane-e-dei-monopoli

Leggi anche: Concorso Ufficio del processo presso il Ministero della Giustizia

 

 

 

Addio alla Pec, a breve arriva la Rem. Cos’è e come funziona?

Dopo anni di onorato servizio, la Pec, Posta elettronica certificata va in pensione, sarà sostituita dalla Rem che rispetta gli standard previsti dall’Unione europea, ma cos’è la Rem (Registro elettronico mail) e come funzionerà? Ecco i dettagli.

Cos’è la rem e perché è necessario sostituire la pec?

La Posta elettronica certificata per anni ci ha accompagnato facendo le veci della vecchia posta raccomandata che però per svolgere a pieno le sue funzioni aveva dei tempi mediamente lunghi, infatti occorreva inviare la missiva compilando anche la ricevuta di ritorno, attendere che fosse recapitata al destinatario e che la cartolina che avvisava della ricezione tornasse al mittente. Tutto più semplice con la Posta elettronica certificata che in poche ore consente di inviare la comunicazione a un indirizzo verificato e ricevere la notifica della lettura.

Per gli standard europei il livello di sicurezza della Pec è però troppo basso. In base agli standard del regolamento per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato a livello europeo la Pec non offre certezza sull’identità del destinatario, con la Rem viene meno questo handicap.

Rem è acronimo di registro elettronico mail, consente di inviare messaggi di posta elettronica senza rischi di intrusione, in particolare offre la certezza che il documento arrivi esclusivamente al destinatario e, ad esempio, non finisca nelle mani del collega d’ufficio.

La differenza rispetto alla Pec sta nel fatto che questa non verifica l’identità del mittente e del destinatario, mentre la Rem offre anche tale certezza perché l’utente è obbligato a confermare l’identità, questo costituisce una maggiore tutela anche nei confronti di eventuali attacchi informatici.

Quali sono i tempi in cui la pec sarà sostituita dalla rem?

I tempi entro i quali la pec andrà in pensione per essere sostituita dalla rem sono piuttosto brevi, infatti già dal 2024 chi oggi è obbligato ad avere una pec per le comunicazioni ufficiali, ricordiamo ad esempio che in tutte le comunicazioni con la Pa è necessario avere una pec, ad esempio per l’iscrizione ai concorsi, per accedere a molti servizi dell’Agenzia delle entrate, dovrà avere una casella rispondente agli standard rem. Con il registro elettronico mail l’utente sarà obbligato a identificarsi con l’identità digitale, in particolare Spid, Cie o Cns e questo fornirà certezza sul soggetto che realmente invia e riceve la comunicazione.

Leggi anche: Cartella esattoriale digitale: novità per la notifica con pec

 

Furto identità digitale: l’Inps corre ai ripari

Il furto di identità digitale è uno dei problemi più rilevanti degli ultimi mesi e proprio per questo l’Inps ha provveduto a intensificare le misure di contrasto al furto di identità digitale perpetrata attraverso i suoi sistemi di identificazione.

Furto di identità digitale sempre più frequente

Una delle più grandi rivoluzioni degli ultimi anni è l’identità digitale con Spid oppure carta di identità elettronica, questi consentono di accedere a numerosi servizi messi a disposizione dalle Pubbliche Amministrazioni, tra cui quelli dell’Agenzia delle Entrate, i servizi Inps, richiesta di documenti. Proprio per tale versatilità sono diventati oggetto di mira da parte di malintenzionati dediti alle truffe informatiche. Di conseguenza è diventato essenziale escogitare dei metodi per tutelare gli utenti, soprattutto i più deboli, dai furti di identità digitale che possono tramutarsi in frodi informatiche anche di importante valore economico. L’Inps ha quindi provveduto a indicare soluzioni per evitare danni.

Verifica identità digitale Inps contro il furto

L’Inps nei suoi sistemi di autenticazione ha inserito una nuova funzionalità “verifica dell’identità digitale”, questa si applica solo nel caso in cui l’utente cerchi di accedere con credenziali diverse rispetto a quelle generalmente utilizzate. In questo caso l’Inps provvederà a inviare presso i recapiti indicati dall’utente una notifica attraverso la posta elettronica, sms oppure pec un codice temporaneo usa e getta che consentirà la doppia verifica in questo modo sarà possibile determinare se il tentativo di accesso ai servizi Inps provenga dallo stesso soggetto o sia un tentativo di truffa.

Attenzione quindi al momento dell’accesso sul sito Inps, infatti potrebbe essere attivata questa procedura di controllo che mira a tutelare gli utenti.

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Spid, presto potrebbe chiudere i battenti, tra poco più di un mese

Spid è il modo di identificazione più usato per accedere anche alla pubblica amministrazione, ma presto le cose potrebbero cambiare, ecco come.

Spid, tutto potrebbe cambiare da aprile

Tutto potrà cambiare dal mese di aprile per lo Spid. Il Sistema pubblico di Identità Digitale è la chiave di accesso semplice, veloce e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali. Si tratta di un’unica credenziale che rappresenta l’identità digitale e personale di ogni cittadino, con cui è riconosciuto dalla Pubblica Amministrazione per utilizzare un maniera personalizzata e sicura i servizi digitali.

Un sistema più che consolidato ma che da aprile potrebbe definitivamente cambiare. Infatti da scadono le convenzioni per la gestione dello Spid. A dire il vero, sono scaduti lo scorso anno, ma sono stati posticipati di un anno, quindi il problema si ripresenta quest’anno. I problemi sono più che altro legati ai costi di gestione, ma saranno ben più gravi se il sistema venisse bloccato.

Spid, i possibili scenari

Il 23 aprile 2023 scade la proroga d’ufficio che Agid aveva concesso agli attuali gestori del servizio Spid. Sono quindi in atto incontri tra Agip, il governo e i provider per trovare una soluzione che possa garantire la sopravvivenza dello spid. La nuova richiesta dei gestori è di 50 milioni di euro, una cifra di gran lunga inferiore ai risparmi per lo Stato e le Pubbliche amministrazioni, assicurano. Ecco che si potranno aprire diversi scenari:

  • lo scenario migliore è che il Governo trova i soldi necessari e rinnova le convenzioni e tutto rimane così com’è;
  • altro scenario è che si raggiunga un accordo per un ulteriore proroga fino a giungo, in modo da poter negoziare le nuove condizioni economiche e far proseguire il servizio;
  • l’ultimo scenario è che il 23 aprile il servizio Spid cessi definitivamente, mandando in fumo tutto il lavoro fino ad oggi fatto.

Questa ultima ipotesi è quella da evitare, perché dal giorno dopo i cittadini potranno soltanto utilizzare la Cie per accedere a molti servizi della Pubblica Amministrazione.

Come si potrebbe fare senza?

Come prima cosa si ritornerebbe sicuramente indietro di circa 8 anni, quando questo sistema non c’era. Tuttavia gli altri due sistemi di identificazione resterebbero in vigore, quindi tutti gli utenti spid dovrebbero spostarsi. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti, ha detto che: “Tre strumenti di identità non semplificano la vita e costano allo Stato“. Serve “razionalizzare gli strumenti per avvicinarci al quadro europeo”. Quindi sembra più una questione di soldi che di altro. Non resta che sperare in un accordo tra gli  11 provider di Spid (Aruba, Etna, Intesa, Lepida, Poste, TeamSystem, Tim, Register, Sielte, Namirial e InfoCert).

 

 

 

Cambia l’accesso al sito Inps: ecco le nuove modalità per la verifica dell’identità. Guida

Con il Messaggio 535 del 3 febbraio 2023 l’Inps ha reso noto che, in seguito a tentativi anomali di accesso al sito, si è provveduto al potenziamento dei sistemi di verifica dell’identità digitale nel momento dell’accesso al sito.

Accesso al sito Inps: nei prossimi giorni cambia la verifica dell’identità digitale

Ogni cittadino può verificare la propria posizione nei confronti dell’Inps (che eroga numerose prestazioni non solo a lavoratori e pensionati, ma anche a disoccupati, persone con invalidità, minori…) accedendo alla propria pagina personale sul sito Inps. La stessa è fruibile a tutti coloro che hanno un’identità digitale, cioè codice Spid, Cie e Cns. Una volta entrati sul sito è possibile verificare la propria posizione, ad esempio le domande presentate, le prestazioni erogate, ad esempio Naspi o reddito di cittadinanza, la posizione lavorativa. Si tratta quindi di dati sensibili di particolare rilevanza.

Nei giorni passati l’Inps ha tuttavia rilevato attività anomale, cioè tentativi di accesso al sito, proprio per questo motivo ha implementato i servizi di sicurezza e ha reso note le modalità per il potenziamento degli standard di sicurezza attraverso il Messaggio 535 del 3 febbraio 2023.

L’Inps nel Messaggio 535 ha reso noto che con l’adozione dell’identità digitale sono notevolmente aumentati gli standard di sicurezza sul sito Inps, ma al fine di ridurre ulteriormente il rischio di furto dell’identità digitale nei prossimi giorni inizierà l’attivazione di un controllo aggiuntivo che prende il nome di “verifica dell’identità digitale”.

Il doppio controllo non sarà attivato sempre, ma solo quando il soggetto prova ad entrare con un’identità digitale diversa rispetto a quella generalmente utilizzata. Ad esempio se Mario Rossi è sempre entrato sul sito Inps con lo Spid e a un certo punto prova ad entrare con la Cie ( Carta di Identità Elettronica), sul sito Inps si attiva automaticamente un nuovo controllo.

Quando si attiva il doppio controllo per la verifica dell’identità sul sito Inps?

Con l’introduzione del doppio controllo per la verifica dell’identità digitale è bene stare attenti, soprattutto nel caso non si ricordi l’indirizzo e-mail fornito all’Inps al momento della registrazione. In particolare il doppio controllo prevede che al momento dell’ingresso sul sito Inps con un’identità digitale diversa rispetto a quella generalmente utilizzata, il sistema invia automaticamente un codiceusa e getta” all’utente. L’invio avviene verso la casella di posta elettronica rilasciata al momento della registrazione e al numero di cellulare indicato, quindi è bene avere a portata di mano il telefono e la propria casella di posta elettronica. Il codice “usa e getta” deve quindi essere inserito al momento in cui si tenta di accedere.

A questo punto il sistema invia, sempre nella casella di posta elettronica, sul cellulare o via PEC, una notifica per informarlo dell’accesso sul sito Inps con nuove credenziali.

In questo modo il cittadino/utente viene a conoscenza di questo nuovo accesso con credenziali diverse rispetto a quelle usate in precedenza e nel caso in cui l’attività non sia a lui riferibile può attivare le procedure per bloccare l’accesso.

Siccome la procedura prende il via solo nei confronti di soggetti che abbiano validato i loro indirizzi telematici, l’Inps invita gli utenti che non abbiano provveduto a farlo.

Alert Inps: il servizio che ti avvisa quando devi presentare una domanda

In Italia sono presenti numerosi bonus e aiuti di varia natura, ma spesso in questa sorta di giungla le persone si perdono, non vengono a conoscenza di loro diritti e lasciano scadere i termini per presentare istanza. Nasce per rispondere a questa problematica il servizio Alert Inps che avvisa le persone quando sono disponibili bonus o altre prestazioni a cui il soggetto può accedere. Ecco come funziona.

Cos’è l’Alert Inps: il servizio innovativo che ti avvisa se puoi presentare una domanda per prestazioni welfare

Negli anni appena trascorsi caratterizzati dall’emergenza Covid è capitato che per alcuni servizi molto pubblicizzati anche dai media, come il bonus psicologo ci siano state numerose domande al punto che molte persone pur avendo i requisiti non sono riuscite a ottenere la prestazione, mentre per altre prestazioni le domande sono state talmente poche che i fondi sono rimasti in parte inutilizzati. Questo effetto è dovuto al fatto che spesso le persone non sono a conoscenza dei diritti, ad esempio per l’Assegno Unico e Universale in un primo periodo le istanze sono state molto poche rispetto alla platea dei beneficiari al punto che l’Inps ha attivato diverse campagne volte a far conoscere questa prestazione.

Per far fronte a questa situazione l’Inps ha attivato il servizio Alert presentato con un comunicato del 24 gennaio 2023.

Come funziona il servizio Alert Inps?

La prima cosa da sottolineare è che il servizio di Alert Inps non sarà attivo in modo automatico, ma deve essere richiesto dal cittadino accedendo all’area riservata My Inps con l’uso di un codice di identità digitale Spid, Cie e Cns. Una volta entrati, è necessario andare alla voce Gestione consensi e successivamente selezionare l’opzione Adesione ai servizi proattivi”.

Effettuata tale scelta, nel caso in cui dovessero essere attivate delle prestazioni o dei bonus a cui il soggetto in base al suo profilo potrebbe avere diritto, riceverà una comunicazione dall’Inps. La comunicazione, o meglio l’alert Inps, sarà inviato tramite Sms, App Io o con e-mail, inoltre si potrà ricevere una notifica attraverso il servizio MyInps.

Leggi anche: App Io:cos’è, come scaricarla e quali servizi sono accessibili?

L’Alert Inps avvisa che vi è la possibilità di presentare una domanda e i termini di scadenza della stessa, inoltre consentono di essere guidati nella compilazione della stessa. Per chi, invece, ha già aderito a prestazioni Inps, ad esempio l’Assegno Unico e Universale, l’Alert Inps invierà comunicazioni, messaggi volti a indirizzare la persona verso i servizi complementari che dovessero essere resi disponibili.

Il sistema Alert Inps si avvale del supporto dell’intelligenza artificiale applicata a un software Open Source e si inserisce nell’ampio spettro di servizi messi a disposizione dall’Inps negli ultimi anni, come il consulente digitale Inps e il portale delle famiglie Inps.

Concorso Polizia di Stato per 1188 allievi: info e data bando

È stata annunciata dal sindacato autonomo di Polizia la prossima uscita del bando di concorso Polizia di Stato allievi, aperto anche ai civili. Sono 1188 i posti disponibili.

Quando esce il bando di concorso Polizia di Stato per 1188 allievi?

Il bando di concorso annunciato con molta probabilità sarà pubblicato martedì 4 ottobre, da questo momento inizieranno a decorrere i classici 30 giorni per potersi iscrivere e partecipare.

Molto probabilmente il concorso sarà strutturato sulla falsa riga di quello del 2020. Con molta probabilità l’ingresso sarà rivolto a coloro che non hanno superato i 25 anni di età, compimento del 26° anno. Il titolo di accesso sarà un qualsiasi diploma che consenta l’iscrizione a un corso universitario.

Quali prove sarà necessario superare?

Generalmente per questo concorso sono previste:

  • prove di efficienza fisica (corsa piana, piegamenti sulle braccia, salto in alto);
  • accertamenti psico-fisici e attitudinali;
  • prova scritta;
  • valutazione dei titoli.

La prova scritta viene formulata sulle seguenti materie: Aritmetica, Educazione civica, Geografia, Geometria, Lingua italiana, Scienze, Storia .

Nel precedente concorso la prova scritta era composta di domande di letteratura italiana, geografia, storia, grammatica, scienze, geometria, matematica, algebra, informatica, inglese, tecnologia. In totale il questionario era formato da 80 domande da risolvere in 60 minuti. Deve essere ricordato che nei precedenti concorsi è stata pubblicata anche la banca dati, cioè la batteria di domande dalle quali viene estratta la prova. Nella maggior parte dei casi tra la data di pubblicazione della banca dati e la data della prova intercorrono pochi giorni.

Come effettuare l’iscrizione al concorso allievi Polizia di Stato?

La domanda dovrà essere presentata telematicamente, per poter accedere è necessario avere uno spid e una casella di posta elettronica certificata. Sarà molto probabilmente richiesto anche in questo caso la tassa di iscrizione al concorso.

Ricordiamo che a breve dovrebbe uscire anche il bando per l’Agenzia delle Entrate. In questo caso non dovrebbero esservi limiti di età

Cambio di residenza online: la guida per evitare la fila in Comune

Dal 27 aprile 2022 la procedura per il cambio di residenza è semplificata, ora è possibile farlo online da casa. Ecco come procedere in modo semplice e in qualunque ora del giorno.

Cambio di residenza online

Meglio dimenticare le lunghe file al comune, l’impiegato scocciato, la richiesta di permesso al lavoro per poter procedere ai vari adempimenti e altre noie. Ora per fare il cambio di residenza basta avere un dispositivo collegato alla rete, ad esempio un computer, ma anche un tablet o uno smartphone per poter effettuare il cambio di residenza direttamente da casa.

Il servizio di anagrafe già da qualche mese offre nuove opportunità direttamente online, abbiamo già visto nell’articolo Certificati anagrafici online gratuiti dal 15 novembre 2021. Guida che è possibile scaricare online molti certificati senza dover più pagare l’imposta di bollo. Nel mese di febbraio invece alcuni Comuni hanno sperimentato il servizio online per il cambio di residenza tra diversi Comuni e anche dall’estero. Una volta verificata la corretta funzionalità, il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale ha rilasciato un comunicato in cui vengono informati i cittadini che dal 27 aprile 2022 è possibile anche effettuare il cambio di residenza direttamente online.

Per poter procedere è però necessario essere in possesso di un’identità digitale e quindi di un codice SPID, oppure la Carta di Identità Elettronica (CIE) o una Carta Nazionale Servizi (CNS).

A questo punto ottenere il cambio di residenza è davvero semplice, basta andare al sito https://www.anagrafenazionale.interno.it/ quindi andare alla voce “accedi ai servizi al cittadino”, si trova circa a metà pagina, centrale, dopo la descrizione dei servizi disponibili sul sito. Effettuato l’accesso ci sono varie opportunità. Ad esempio è possibile correggere eventuali errori presenti nella propria scheda, scaricare certificati, come già abbiamo visto in precedenza e, infine, procedere anche al cambio della propria residenza.

Per il Comune di Roma, il servizio sarà disponibile fino al 30 giugno sul sito del Comune, solo successivamente a tale data sarà possibile procedere attraverso il sito dell’anagrafe nazionale.

Come compilare la domanda per il cambio di residenza online

Il servizio consente di cambiare residenza:

  • all’interno dello stesso Comune;
  • tra due Comuni diversi;
  • dall’estero se si è cittadini iscritti all’AIRE ( Anagrafe Italiana Residenti all’Estero).

Nel caso in cui debba essere effettuato il cambio di residenza di tutta la famiglia o di uno o più componenti della stessa, deve essere selezionata la voce: “Nuova Residenza”. Si procede quindi alla creazione di una nuova scheda anagrafica comprendente l’intero nucleo o le sole persone che si sono trasferite;

Se l’intera famiglia anagrafica o alcuni componenti devono trasferire la residenza a un indirizzo dove già risiede una famiglia con la quale si hanno rapporti di parentela o affettivi, è necessario scegliere la voce: “Residenza in famiglia esistente”.

A questo punto devono essere selezionati i nomi dei membri che devono trasferirsi e deve essere indicato se sono in possesso di auto, patente e numero di patente per ciascun componente.

Se si opta per Nuova Famiglia deve essere indicato il nuovo indirizzo di residenza. Se invece si entra in una famiglia già esistente e quindi si va a integrare la scheda anagrafica di questa famiglia, è necessario indicare le generalità di almeno un componente di quella famiglia.

Alla voce “Immobile” è necessario dichiarare il titolo attraverso il quale si “entra” nell’immobile, locazione, proprietà, usufrutto, comodato d’uso…

Alla voce “Riepilogo” è possibile procedere a visionare tutti i dati inseriti e verificarne la correttezza. I componenti maggiorenni interessati da tale trasferimento di residenza dovranno convalidare la scelta fatta.

A questo punto la domanda è completa e bisognerà attendere i tempi di lavorazione della stessa.

Gli stati di lavorazione della domanda

All’interno della sezione Dichiarazioni inserite o pervenute, il richiedente il trasferimento potrà visionare lo stato della sua richiesta di trasferimento della residenza. Le voci possono essere molteplici:

in lavorazione: vuol dire che il Comune ha ricevuto la domanda e la stessa ancora è in fase di lavorazione;

accolta con riserva: il Comune ha accolto la richiesta ma attende che trascorrano i 45 giorni previsti per l’accertamento del reale cambio di residenza;

Sospesa: nel caso in cui manchino dei documenti;

integrata: il Comune ha ricevuto i documenti richiesti;

accolta definitivamente quando ormai sono trascorsi i 45 giorni visti in precedenza;

annullata se la fase di accertamento ha avuto esito negativo. La normativa prevede che la polizia locale effettui dei controlli mirati a valutare che il cambio di residenza sia effettivo e non fraudolento. Se a seguito di tali controlli che sono effettuati in loco si rileva che in realtà all’indirizzo indicato per la nuova residenza non c’è stato il trasferimento del soggetto che ha richiesto il cambio di residenza, oppure che il luogo non è abitabile, l’accertamento ha esito negativo.

Infine, la domanda può essere irricevibile. Viene dichiarata tale se all’indirizzo indicato non c’è un immobile idoneo, oppure se mancano dei documenti, ad esempio il permesso di soggiorno.

Concorso Enti Locali: sta per essere pubblicato il bando ASMEL

L’ASMEL ha annunciato l’arrivo di un maxi Concorso Enti locali con titolo di accesso diploma e laurea. Si potrà ottenere l’idoneità superando una sola prova scritta prevista nel bando di concorso pubblico.

ASMEL: 65 enti hanno già aderito al Concorso Enti Locali

L’ASMEL, Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, ha annunciato per il mese di aprile 2022 il bando per l’idoneità all’inserimento in diverse graduatorie dalle quali i comuni potranno attingere per le loro esigenze di  assunzione di personale. Attualmente gli enti locali che hanno già aderito sono 65, ma non sono escluse ulteriori adesioni fino al momento della pubblicazione del bando stesso. Coloro che entreranno in graduatoria saranno assunti tramite lo scorrimento. Questo implica che non saranno assunti solo i vincitori, ma tutti coloro che supereranno il test. Per ora hanno aderito soprattutto Comuni di piccole dimensioni e Unioni di Comuni. Il concorso nasce sulla falsa riga del Concorsone Campania, ma con un numero di prove limitato, in quel caso era prevista una preselettiva, due prove scritte, un tirocinio e una prova finale.

Una volta formata la graduatoria, i comuni potranno predisporre la chiamata. Se ASMEL a quel punto avrà un solo nome da proporre sarà proposto questo, nel caso in cui ci siano più nomi corrispondenti al profilo richiesto l’ente potrà procedere a un’ulteriore selezione con un colloquio o una prova scritta ulteriore. Nel bando non è delineato cosa succede se un candidato idoneo dovesse rifiutare la chiamata, ad esempio perché arriva da un ente troppo lontano dalla famiglia: sarà depennato oppure potrà continuare ad essere presente in lista?

Quali profili professionali sono richiesti nel maxi Concorso Enti Locali?

I profili richiesti sono diversi e appartengono la categoria C con ingresso attraverso il diploma, oppure categoria D con accesso con laurea. I profili richiesti:

Categoria C:

  • Istruttore Amministrativo;
  • Istruttore Amministrativo Contabile;
  • Istruttore di Vigilanza;
  • Istruttore Tecnico-Geometra;
  • Istruttore informatico;
  • Educatore Asilo Nido.

Per la categoria D:

  • Istruttore Direttivo Amministrativo;
  • Istruttore Direttivo Contabile;
  • Istruttore Direttivo Amministrativo- Contabile;
  • Istruttore Direttivo Tecnico;
  • Istruttore Direttivo di Vigilanza;
  • Istruttore direttivo Informatico;
  • Istruttore Direttivo Assistente Sociale;
  • Istruttore Direttivo Agronomo;
  • Esperto di rendicontazione.

Come presentare la domanda?

Il bando per il concorso enti locali sarà pubblicato il 12 aprile 2022 e sarà possibile presentare la domanda dal 12 aprile al 27 aprile, quindi non ci sarà il canonico mese a disposizione. Per poter presentare la domanda sarà necessario avere un codice SPID e un indirizzo di posta elettronica certificata PEC. La domanda dovrà essere presentata telematicamente www.asmelab.it.

Ogni candidato potrà proporre la candidatura per i diversi profili richiesti, ma per ogni candidatura dovrà anche pagare una tassa di iscrizione di 10,33 euro. Sul sito al momento di presentare la domanda dovrà essere allegata la ricevuta di pagamento.

Il concorso prevede un quiz a risposta multipla di 60 quesiti da risolvere in 60 minuti. Il punteggio massimo raggiungibile sarà di 10 punti e si verrà ammessi all’elenco degli idonei con un punteggio minimo di 7 punti. Nel bando non c’è scritto quanti punti sono riconosciuti per le risposte esatte ( il calcolo matematico direbbe 0,16), non viene precisato neanche come sono valutate le risposte errate e le non risposte.

Le materie del Concorso Enti Locali

Le materie di concorso saranno di diversa natura. In primo luogo saranno presenti domande specifiche per il singolo profilo professionale, quindi su materie strettamente inerenti le materie peculiari del profilo. In secondo luogo vi sarà un blocco di domande su materie comuni si tratta di: diritto amministrativo, diritto pubblico, diritto degli enti locali, contabilità pubblica, rapporto di pubblico impiego, reati con la PA, informatica, inglese, tutela della privacy, trasparenza della pubblica amministrazione, nozioni di diritto dell’Unione Europea e di diritto penale.

Infine, ci saranno test situazionali, questi mirano a valutare le competenze trasversali e le soft skills di ciascun candidato.

La comunicazione della data prevista per il test e delle modalità sarà effettuata attraverso la PEC. Il bando sottolinea che in caso di necessità di device, software e hardware per poter affrontare la prova, gli stessi saranno a carico del candidato. Questo vuol dire che non è escluso che l’esame possa essere sostenuto da remoto.

L’elenco degli idonei formato sarà valido per 3 anni.

Dove si potrà lavorare?

La lista degli enti che hanno aderito è piuttosto lunga, deve essere sottolineato che si tratta soprattutto di piccoli comuni, molti si trovano nel Sud e nelle Isole, c’è una certa concentrazione di comuni situati in Molise.

Per avere maggiori informazioni puoi scaricare il bando QUI

Disability Card: dal 22 febbraio è possibile richiederla. La Guida dell’INPS

Dal 22 febbraio 2022 è possibile inoltrare la domanda per ottenere la Disability Card o Carta Europea della Disabilità (CED). L’INPS con il messaggio 853 del 2022 ha provveduto a delineare una guida per poterla richiedere.

Cos’è la Disability Card?

La Disability Card è una tessera digitale che consente di accedere in maniera facilitata ai servizi riservati ai disabili, ciò è possibile perché contiene tutti i dati del disabile all’interno di un QRCode, si tratta quindi di una card personale. Dal 22 febbraio la Disability Card sostituirà in modo graduale tutti i certificati cartacei. Questo vuol dire che il disabile in caso di visite di controllo, oppure per accedere a servizi riservati non dovrà portare con sé tutta la documentazione, ma potrà utilizzare la card. La stessa è valida anche nei Paesi dell’Unione Europea.

Per conoscere i dettagli della Disability Card leggi l’articolo: Disability Card: dal 2022 servizi più agili per i disabili

Cosa serve per presentare la domanda per ottenere la Disability Card?

Per poter presentare la domanda in primo luogo è necessario avere un’identità digitale, tre sono le modalità per poter accedere ai servizi INPS: CIE 3.0, SPID e CNS. Dopo essere entrati nella propria pagina personale, sarà possibile verificare che nella stessa sono già presenti i propri dati anagrafici. Il Messaggio 853 sottolinea quindi che è necessario semplicemente allegare una fotografia del disabile a colori in formato tessera. Naturalmente è bene procurarsi una foto in formato digitale in modo che sia più semplice allegare la stessa. Inoltre deve essere indicato l’indirizzo del recapito dell’avente diritto, se questo è diverso rispetto a quello di residenza già presente negli archivi dell’INPS e verificabile nella propria scheda anagrafica presente già sul sito dell’INPS.

Il richiedente deve quindi dichiarare ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, di essere in possesso dei verbali cartacei (antecedenti al 2010) oppure di sentenze o decreti di omologa a seguito di contenzioso giudiziario da cui si possa evincere che effettivamente l’invalidità è stata riconosciuta.

Nel Messaggio 853 dell’INPS viene chiarito che a breve il servizio sarà implementato e che di conseguenza sarà possibile anche allegare tale documentazione. In ogni caso, se la stessa è oggetto di autodichiarazione ai sensi del DPR 445 del 2000 sono comunque possibili verifiche, con tutte le conseguenze che possono derivare in caso di dichiarazioni mendaci.

Nel caso in cui si tratti di minori disabili, la domanda deve essere presentata per conto del minore da chi esercita la responsabilità genitoriale o la funzione di tutore o dall’amministratore di sostegno. Nel caso di minori in affido, la domanda deve essere presentata dagli affidatari.  In tali casi devono essere utilizzate le credenziali digitali del minore oppure si può usare la delega dell’identità digitale.

Per saperne di più leggi l’articolo: Delega INPS per l’accesso ai servizi online: guida per farla online

Altri modi per presentare la domanda

L’INPS sottolinea che oltre ad essere presentata in modo autonomo dal disabile, la domanda può essere inoltrata anche attraverso le associazioni rappresentative delle persone con disabilità. In questo caso si accede al servizio con le credenziali SPID dell’operatore dell’associazione che deve obbligatoriamente indicare di avere delega per la presentazione dell’istanza.

Le associazioni a cui è possibile rivolgersi sono:

  • ANMIC: Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili
  • ENS: Ente Nazionale Sordi
  • UIC: Unione Italiana Ciechi
  • ANFFAS: Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale

Chi può presentare la domanda per ottenere la Disability Card?

  • Invalidi civili minorenni;
  • invalidi civili maggiorenni con invalidità certificata superiore al 67%;
  • cittadini con indennità di accompagnamento;
  • cittadini con certificazione ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
  • sordi civili;
  • ciechi civili;
  • invalidi e inabili ai sensi della legge 12 giugno 1984, n. 222;
  • invalidi sul lavoro con invalidità certificata maggiore del 35%;
  • invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa o con menomazioni all’integrità psicofisica;
  • inabili alle mansioni;
  • cittadini titolari di trattamenti di privilegio ordinari e di guerra.

Una volta inoltrata la domanda, l’INPS procede alle verifiche del caso, inerenti l’effettiva validità della certificazione di invalidità e la veridicità delle dichiarazioni, e in seguito incarica, tramite un gestore, il Poligrafico Zecca dello Stato per la stampa della Disability Card e provvede quindi alla consegna della stessa.